Il film di Ivano De Matteo del 2016 racconta la storia di Anna, interpretata da Margherita Buy, e di suo figlio di tredici anni, Valerio. Anna scappa di casa col ragazzo per fuggire da un marito violento. Raggiunge Torino dove viene ospitata dalla sua amica Carla, ovvero Valeria Golino, attrice di teatro. Valerio è triste e irrequieto e inizia a odiare la madre che lo ha portato via dalla sua vita. Col tempo, però, si farà nuovi amici con cui giocare a pallone, aiutato anche dall'amicizia con un ex giocatore, ora proprietario di una trattoria. La trattoria è la Valenza in Via Borgo Dora, 39, nella Circoscrizione 7 di Torino, cioè nel quartiere Aurora. La trattoria, riportata su tutte le guide come una colonna della tradizione piemontese, propone ricette tipiche casarecce in un locale informale tra arredi di legno, orologi a pendolo e tovaglie a quadri. Borgo Dora, oggi, è il quartiere dove l’integrazione e l’intercultura sono fatti e non parole: è visibile a colpo d’occhio nei numerosi negozi di varia provenienza etnica che animano la vita di quartiere. Tra questi spicca un forno-pasticceria arabo-francese, “La Gourmandise” in Corso G. Cesare, capace di offrire a ogni ora del giorno prelibatezze dolci e salate che racchiudono tutta la storia del Mediterraneo nei sapori amabilmente coniugati insieme.
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Preferisco il rumore del mare allo Stadio
Calopresti, in questo film, ripropone la storia di un’amicizia difficile in una Torino dei giorni nostri, dove le condizioni sociali dei due ragazzi sono molto diverse. Dunque, Rosario (Raso) è figlio di un malavitoso e Matteo (Cirio) di un benestante. Alla fine, proprio quelle diversità faranno sì che l'amicizia non possa reggere. Il protagonista del film, Nicola, padre di Matteo affezionato a Rosario, assiste agli alti e bassi del rapporto dei due ragazzi. Lo stadio dove Nicola (Silvio Orlando) si reca a vedere la partita di calcio è il vecchio Stadio delle Alpi a Venaria, poi abbattuto e ricostruito come Juventus Stadium. Uno degli impianti più avanzati e tecnologici a livello mondiale, tra i maggiori poli di attrazione turistica e simbolo architettonico della Torino contemporanea, rientra nella categoria 4 UEFA ed è la prima struttura calcistica italiana priva di barriere architettoniche. Un ambiente aperto a tutti e multifunzionale, pensato non solo come spazio in cui seguire lo spettacolo del calcio, ma anche come luogo di incontro e divertimento, da vivere sette giorni alla settimana. Un vero e proprio gioiello a tinte bianconere.
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Preferisco il rumore del mare a Villa d’Agliè
È il film del 2000 diretto da Mimmo Calopresti. Il titolo del film è preso da un verso del poeta Dino Campana. La notte di capodanno Luigi, calabrese che ha fatto fortuna a Torino, accorre in ospedale dove è stato ricoverato il figlio Matteo. Dal momento del suo arrivo, Luigi ricorda i fatti salienti dell'ultimo anno legati alla sua famiglia. La notte dell'ultimo dell'anno, Matteo, in un vero atto di ribellione nei confronti del padre, spesso assente e poco sensibile ai problemi del figlio, mette a soqquadro la loro splendida villa e tenta il suicidio ingerendo farmaci e alcol. Questa scena è ambientata a villa d’Agliè, una villa di origini seicentesche situata sulla collina di Torino, immersa in un parco storico di ippocastani e tigli. È una delle poche ville torinesi ad essere rimasta pressoché immutata e ancora oggi si presenta in tutto il suo fascino settecentesco, con i suoi soffitti a cassettoni decorati, le stanze con carta da parati cinese e il suo parco. Il suo ampio giardino è entrato dal 2007 nel Registro dei Giardini Storici grazie alle sue origini seicentesche e alle modifiche per mano dell'architetto paesaggista Russel Page.
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Ogni lasciato è perso al Castello del Valentino
Chiambretti esordisce dietro la macchina da presa con un film lucido nella fotografia (mai patinata) che ci propone una Torino 'bella' come non l'avevamo forse mai vista al cinema. Piero C. è un personaggio molto noto in televisione. Il suo programma va a gonfie vele così come la sua vita sentimentale. Quando la sua bella compagna Beatrice gli dà il benservito, Piero vede crollargli improvvisamente il mondo addosso. Gli tornano alla mente le donne della sua vita che hanno tutte qualche motivo per accusarlo. Il castello davanti alla cui sponda Piero C (Chiambretti) confessa a Diego (Catania) di essersi innamorato di una nuova ragazza è il Castello del Valentino. Antica residenza sabauda, nonché edificio storico di Torino situato nell'omonimo Parco del Valentino sulle rive del fiume Po, di proprietà del Demanio dal 1850 e in seguito assegnato al Politecnico di Torino, oggi ospita la sede del Dipartimento di Architettura e i relativi corsi di laurea triennali e magistrali. Dal 1997 l’edificio è inserito nella lista del patrimonio dell'umanità come elemento parte del sito seriale UNESCO Residenze Sabaude.
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Ogni lasciato è perso alla Basilica di Superga
È il film autobiografico del 2001 nel quale il noto conduttore televisivo, Piero Chiambretti, racconta, a volte con intrecci onirici, una vicenda nella quale egli viene sedotto e abbandonato. La basilica in cui si celebra il matrimonio di Piero C. (interpretato dallo stesso Chiambretti) è la Basilica di Superga a Torino, che si trova sulla Strada Comunale alla Basilica di Superga. La chiesa fu fatta costruire dal re Vittorio Amedeo II come ringraziamento alla Vergine Maria, dopo aver sconfitto i francesi. Per questo motivo è considerato un "monumento celebrativo". Pare che il nome di Superga abbia lontane origini longobarde e che provenga da una donna di nome "Saroperga", proprietaria dei boschi del sito. Altra supposizione è un nome di origine germanica: Serrapergia; tuttavia fanno parte delle molte ipotesi che non sono state supportate da fonti storiche certe. Il progetto è dell'architetto messinese abate Filippo Juvarra e risale al 1715.
Un viaggio emozionante nei luoghi dove sono state girate le scene dei film più celebri ambientati nel capoluogo piemontese.
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