Alia Guagni: un cv per dare maggiore dignità alle atlete
"Calciatrice professionista, innamorata del proprio sport" così recita la prima linea del cv che Alia Guagni ha fatto stampare sulla sua maglia di gara in occasione della sua ultima partita in maglia Como. Il motivo? Sensibilizzare l'opinione pubblica su un problema assai comune per le atlete di qualsiasi sport e disciplina: una vita dopo la fine della carriera sportiva.E mentre il Como si è già mosso per dare supporto alle sue tesserate, sui social le critiche alle parole della ex calciatrice non mancano. Ne parlo nel nuovo episodio di Storie di Sport al Femminile
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5:52
Stick it no more
Niente più body per le ginnaste francesi. Se vorranno potranno indossare una tuta! Proprio come le atlete tedesche che le scorse olimpiadi hanno sorpreso tutti. Ma la ginnastica, disciplina in cui il body è parte integrante della prova (ricordate il film "Stick it"?) non è che la punta dell'iceberg di un movimento che sta portando grandi cambiamenti nei "vestiari" sportivi in giro per il mondo. Il tutto, per permettere alle atlete di vivere il periodo del ciclo nella maniera più tranquilla possibile, senza che la paura di macchiarsi di sangue possa influire sulla propria prestazione. Un argomento, quello del ciclo mestruale, che ancora oggi è un tabù nel nostro paese (sì, nonostante la pubblicità di una nota marca di assorbenti con due atlete della nazionale italiana di volley).
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6:46
Stalking: un fenomeno in aumento nel mondo dello sport femminile
Caitlin Clark, Emma Raducanu, Morgan Thomas, Alessia Orro e tante tante altre. La rinascita dello sport femminile ha anche portato ad una nuova violenza psicologica: quella dello stalking. Uomini, per lo più grandi rispetto alle loro vittime, che invadono la vita privata delle atlete fino a farle sentire insicure anche durante le gare. Dopo aver letto vari articoli sulla BBC e New York Times ho raccolto le storie più interessanti di questo nuovo fenomeno. E oggi, in occasione della Festa Internazionale della Donna, mi unisco al coro di tante milioni di donne "meno fiori e più fatti" in termini di prevenzione dalla violenza e in termini di pari opportunità.
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5:34
Scimmia: stop al razzismo
Il 3 febbraio scorso, durante una partita di basket di U19 femminile, una giocatrice dell'Happy Casa Basket Rimini si è sentita apostrofata con la parola "scimmia".Insulto non abbastanza "razzista" da poter sospendere la partita (da regolamento) ma abbastanza devastante per una giovane immigrata di seconda generazione.Sintomo di una cultura, quella italiana, dove insulti del genere sembrano essere normalizzati e che potrebbero aumentare vista la sempre maggiore presenza di atleti e atlete figli di immigrati.Ma è ora di dire basta! Per questo riprendere la storia portata alla luce dalla Giornata Tipo; per dire ogni giorno basta al razzismo sugli spalti di ogni sport; per ricordare a tutti che "scimmia" è un insulto a sfondo razziale e che no, non può più essere tollerato (se mai lo fosse stato).
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4:43
NFL: un Super Bowl ricco di storie al femminile
Il football è uno degli sport più amati in USA; per anni è stato uno sport in cui a farla da padroni sono gli uomini, ma negli ultimi anni ha visto affacciarsi sempre più donne all'interno degli staff della NFL. E anche del Super Bowl.Da Autumn Lockwood, la prima donna afro americana a vincere un titolo, al logo disegnato da Tahj Williams passando per il grande lavoro delle alle due assistenti allenatrici dei Chiefs Julie Frymyer e Tiffany Morton; dall'half time show con Serena Williams in pista al management tutto al femminile del quarterback degli Eagles, Jalen Hurts, il 59esimo Super Bowl ha portato alla luce diverse storie con protagoniste delle donne.Curiosi di conoscerle?Ne parlo nel nuovo episodio di "Storie di Sport al Femminile"