Perdere un genitore in tenera età è un trauma terribile per chiunque, ma perderlo per la violenza compiuta dall’altro genitore, è qualcosa che non si può descri...
Perdere un genitore in tenera età è un trauma terribile per chiunque, ma perderlo per la violenza compiuta dall’altro genitore, è qualcosa che non si può descri...
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5 risultati 7
Ep. 6 | Voglio sapere il motivo
Questa è la storia di nonna Anna, e delle due bambine di cui si prende cura ormai da sette anni. Ma è una storia diversa dalle altre raccontate in questo podcast. O meglio, diverso è l’epilogo, anche se il drammatico contesto è sempre quello: donne che vivono per anni immerse in continue violenze e vessazioni fino a cercare disperatamente di fuggire, senza riuscirci. E pagano il loro bisogno di libertà con la morte, o, come in questo caso ribaltato, con un gesto estremo, l’omicidio. Sì, perché in questa storia Michela, figlia di Anna, arriva a uccidere il marito pur di provare a rifarsi una vita; ma è chiaro che è impossibile rifarsi una vita dopo un atto del genere. E così, in un modo o nell’altro, sono i figli e le figlie che restano a pagare il prezzo più alto di queste relazioni violente.
4/3/2023
27:01
Ep. 5 | Un tatuaggio indelebile
"Sono cose che quando si sentono si pensa 'Ma come si fa? A me non succederà mai'. E invece succede. E' la realtà". A parlare in questo episodio è Massimo di Pietro, figlio di Alessandra Maffezzoli, maestra elementare molto amata, uccisa dall'ex compagno l'8 settembre del 2016 a Pastrengo, quando Massimo aveva solo 17 anni e suo fratello Alberto 18. Una tragedia inimmaginabile che lo ha colto nel pieno dell'adolescenza, lasciandogli un segno indelebile. Ma una tragedia - ricordiamolo - che non è così unica perché in Italia una donna viene uccisa ogni tre giorni.C'è tanta rabbia in Massimo ancora, verso l'assassino che ha tolto la vita a sua madre in modo crudele e assurdo, ma anche verso le istituzioni, che lo hanno condannato ad appena 15 anni dopo un processo che Massimo ha dovuto seguire udienza dopo udienza senza supporto da parte di nessuno. 15 anni che per buona condotta possono essere ridotti a 12, per Massimo non c'è pace: "Così poco valeva la vita di mia madre? Così poco vale la vita di una donna?"
17/12/2022
35:25
Ep. 4 | Un tribunale clandestino
Questo episodio è particolare. Non racconta di mariti che uccidono le mogli pensando di avere diritto di vita e di morte sulle proprie donne, racconta di una società intera che ritiene di dover “rimettere al proprio posto” una donna perché di indole libera, intraprendente e capace. E’ la storia di Maria Chindamo, fatta sparire dalla ndrangheta dopo la separazione dal marito (suicida) e di cui non si è mai più ritrovato il corpo. La racconta il fratello Vincenzo che ha preso in carico i tre figli della donna, crescendoli nella propria famiglia senza l’aiuto di nessuno, né dello Stato, né dei parenti paterni. E che continua a lottare per fare luce sulla morte della sorella perché, come dice lui stesso “Un tribunale clandestino ha deciso che Maria non doveva scegliere liberamente chi essere, non doveva scegliere liberamente chi amare, e non doveva scegliere che lavoro fare. Questo tribunale clandestino ha accusato Maria di libertà, l'ha condannata a morte e ha eseguito la pena”.
10/12/2022
32:43
Ep. 3 | La violenza della reputazione
La madre che lo tiene sulle ginocchia mentre suona il pianoforte è il ricordo più dolce che resta a Domenico Romeo, figlio di Tiziana Marra, uccisa il 4 settembre del 2003 a Siderno, davanti agli occhi dei due figli. Una storia di soprusi vissuti fin dalla nascita “Le violenze da quando ricordo ci sono sempre state, ma da bambino uno non si rende conto, pensa che siano una cosa normale…. i piatti che volano, i lividi, la paura…” Il padre di Domenico è un rinomato imprenditore della zona e la moglie non lo denuncerà mai per non rovinargli la reputazione. La reputazione, la cosa più importante. Fino al giorno in cui sarà troppo tardi. Difronte alla volontà della moglie di separarsi l'uomo le spara tre colpi di pistola, davanti a Domenico, che ha appena 12 anni. “Vedere la propria madre morta, davanti ai propri occhi, uccisa dal padre, con il terrore di fare la stessa fine, è qualcosa che non si può raccontare…”Domenico ha dovuto fare un lunghissimo percorso di recupero psicologico. La furia del padre non si è presa anche la sua vita, ma si è presa tutto il resto. Oggi finalmente può tirare le somme di quello che è, nonostante l'accaduto, perché "purtroppo il passato non si può cancellare, ma il presente è qualcosa che ancora si può scrivere".
3/12/2022
30:47
Ep. 2 | Gli occhi cambiano colore
In questo episodio è nonna Adriana a parlare, a 6 anni dalla morte della figlia Stefania, uccisa dal marito il 19 ottobre 2016 a Sant'Antimo, a soli 28 anni.Perché quando avviene un femminicidio la vita di tutta la famiglia è distrutta. "Nella tragedia il nostro primo pensiero è stato quello dei bimbi, il piccolo aveva solo 19 mesi e il grande 4 anni", racconta Adriana Esposito. Lei e il marito Luigi Formicola si sono trovati così dall'oggi al domani a prendere in carico i piccoli "Non sapevamo cosa fare, avevamo paura che gli assistenti sociali ce li portassero via" Un percorso a ostacoli che la coppia ha portato avanti con coraggio e dedizione, non smettendo mai di denunciare quello che è successo alla figlia "Stefania è stata annientata prima dentro, poco a poco, si è spenta come persona e non era più capace di reagire, persino i suoi occhi avevano cambiato colore. Eppure lei sapeva che sarebbe stata uccisa". RESPIRO è un podcast ideato da Terre des Hommes e scritto da Roberta Lippi, nel quadro dell'omonimo progetto per la presa in carico degli orfani di femminicidio, selezionato da Con i Bambini nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
Perdere un genitore in tenera età è un trauma terribile per chiunque, ma perderlo per la violenza compiuta dall’altro genitore, è qualcosa che non si può descrivere. RESPIRO raccoglie le storie degli orfani di femminicidio e delle famiglie che si sono prese cura di loro dopo la tragedia. Tragedie spesso annunciate, precedute da anni di violenze fisiche e psicologiche, che i bambini hanno vissuto in una normalità tossica e distruttiva. Perché gli orfani di femminicidio sono orfani due volte: hanno perso la mamma e il papà, suicida o in carcere, ma anche la loro capacità di sognare una vita normale e felice.Roberta Lippi ci conduce attraverso alcune delle loro storie perché insieme si possa, non solo ridare il giusto peso alla loro drammatica esperienza, ma comprendere l’importanza che ha prendersi cura, da subito, di chi resta.RESPIRO è un podcast ideato da Terre des Hommes, scritto da Roberta Lippi, e realizzato nel quadro del progetto RESPIRO per l’assistenza psicologica, legale ed economica degli orfani di femminicidio, realizzato dalla cooperativa Irene ’95 in partenariato con: Az. Ospedaliera Giovanni XXIII di Bari, Centro Famiglie Catania, Cestrim, CISMAI, CIPM Sardegna, Consorzio CO.RE, Progetto Sirio, Save The Children, Terre des Hommes, Thamaia, Koinos, Sinapsi e selezionato da Con i Bambini nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.