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Le chiavi di Pietro

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Le chiavi di Pietro
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  • Ep. 43 - Le chiavi di Pietro - "Umorismo"
    “Il vostro talento è un dono, un dono prezioso. Insieme al sorriso diffonde pace, nei cuori, tra le persone, aiutandoci a superare le difficoltà e a sopportare lo stress quotidiano. Ci aiuta a trovare sollievo nell’ironia e a prendere la vita con umorismo”. È uno dei passaggi del discorso del Papa agli artisti della comicità, ricevuti in udienza in Vaticano il 14 giugno 2024. “Umorismo” è la chiave di Pietro di questo episodio che si lega, secondo Francesco, al talento, al sorriso, al sollievo e all’ironia, alla capacità di sdrammatizzare perché “non offende, non umilia, non inchioda le persone ai loro difetti. La risata dell’umorismo non è mai ‘contro’ qualcuno, ma è sempre inclusiva, propositiva, suscita apertura, simpatia, empatia”. Laura De Gregorio, docente di diritto canonico e diritto ecclesiastico presso il Dipartimento di scienze giuridiche dell'Università degli studi di Firenze, si sofferma sulla grazia dell’umorismo che il Papa invoca spesso, recitando ogni giorno la preghiera del "Buon umore" di San Tommaso Moro. Da giurista, riferendosi alla possibilità di "ridere di Dio", a certe condizioni, di cui ha parlato il Papa, la professoressa afferma che quella del Pontefice è “una richiesta, un invito: da un lato a ricordarsi dell'importanza della dimensione religiosa dell'esistenza, e anche, in fondo, dell'importanza della diversità delle sensibilità religiose". Ciò non toglie però che con questo discorso Francesco "voglia sottolineare l'importanza dell'umorismo e chiedere ad ognuno di noi di essere più consapevoli che è un po’ come il sale che dà sapore alla vita, soprattutto nei momenti meno semplici”. "Una dimensione - secondo la De Gregorio - che andrebbe sviluppata tra i cattolici fin dai tempi del catechismo". Marco Marzocca, comico, attore e imitatore romano di successo, era tra gli invitati all'udienza in Sala Clementina. Ammira molto il Papa e ha apprezzato le sue parole sull'umorismo: "Essere invitati dal Papa non è una cosa che succede tutti i giorni. Cioè, io verrei, eh! Se mi invitasse tutti i giorni, anche solo a prendere un caffè...". “Mi è piaciuto tanto quello che ha detto su di noi, sul talento che è un dono. Ho sempre pensato di essere privilegiato per questo dono di far sorridere gli altri, ho sempre ringraziato. E io sono perfettamente d'accordo con Papa Francesco: bisogna saper e poter scherzare su tutto, perché non c'è niente di male nel trovare e portare un sorriso e trovare un po’ di ironia. Io penso che un sorriso sia sempre benefico”. Sono citati in questo episodio: Papa Francesco Discorso agli artisti del mondo dell'umorismo, 14 giugno 2024 Discorso ai partecipanti al Convegno promosso dal Dicastero delle Cause dei Santi, 6 ottobre 2022 Con la collaborazione dell'Archivio Editoriale Multimediale - Radio Vaticana
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    18:28
  • Ep. 42 - Le chiavi di Pietro - "Felicità"
    "Felicità" è la chiave di Pietro dell'episodio odierno che prende spunto dall'omelia della Messa celebrata dal Papa in Piazza San Pietro, il 26 maggio 2024, in occasione della Giornata Mondiale dei Bambini. Papa Francesco ricorda loro che "la fede ci rende felici" perchè indica un orizzonte alto nel quale far maturare i propri talenti e la propria vita. Il comico premio Oscar Roberto Benigni, al termine dell'Angelus, raccomanda poi ai giovanissimi di rendere gli altri felici e per farlo li invita a diventare "l’adulto che avreste voluto accanto quando eravate bambini cioè oggi, ora". Padre Guidalberto Bormolini, monaco della comunità dei Ricostruttori nella Preghiera, ricorda che "la felicità è il vero motore della storia" e che "parte da dentro di noi" ma compie un salto "quando il cuore è in contatto col Cuore divino", "lì infatti c'è la porta d'accesso alla felicità". Padre Bormolini sottolinea anche che la nostra frenesia nel cercarla spesso diventa frenesia consumistica, frenesia di oggetti da comprare: "cerchiamo qualcosa made in Cina, made in Korea, ma intorno a noi è pieno di realtà made in God, i figli di Dio intorno a noi, albe e tramonti gratuitamente per noi". "Siamo felici quando doniamo, non quando arraffiamo. Siamo attraversati dall'amore come dono che poi scaturisce da noi verso gli altri. Non lo dobbiamo elemosinare dagli altri. Siamo felici quando siamo attraversati dall'amore, quando siamo capaci di compatire, di soffrire con chi soffre. Ma potremmo essere anche capaci di far traboccare la nostra felicità negli altri. Allora si moltiplica l'infinito, perché abbiamo diritto all'Eden, cioè allo stupore, alla meraviglia". Sulla stessa linea anche Nicoletta Cotugno, mental coach e fondatrice di QuiCoaching, un team che intende aiutare le persone a migliorare e a crescere. La prima raccomandazione è "mettere la nostra attenzione sulle emozioni positive", non restare troppo tempo su quelle negative e poi porsi una sfida, un qualcosa che ci fa svegliare la mattina motivati, entusiasti per ciò che faremo. "Per essere felici - afferma la dottoressa - è anche necessario avere uno scopo superiore, una missione: essere impegnati in qualche cosa che vada oltre i nostri interessi personali, qualche cosa che ci permetta di dare un contributo al mondo, fare del bene in tutte le sue forme e misure. Fare un gesto gentile, usare la generosità e la compassione, la gentilezza e l'amore per il prossimo. Non dimentichiamo mai di aggiungere sempre una bella dose di gratitudine per tutto ciò che abbiamo". Sono citati in questo episodio: Papa Francesco Omelia della Santa Messa per la Giornata Mondiale dei Bambini, 26 maggio 2024 Angelus, 3 settembre 2017 Papa Paolo VI Messaggio Urbi et Orbi del 25 dicembre 1967 Con la collaborazione dell'Archivio Editoriale Multimediale - Radio Vaticana
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    19:43
  • Ep. 41 – Le chiavi di Pietro - "Amicizia"
    "Un amico vuol bene sempre". Gira attorno a questa impegnativa citazione dal Libro deI Proverbi la riflessione di Papa Francesco al Regina Caeli del 5 maggio 2024 in cui il Pontefice commenta le parole di Gesù agli Apostoli: “Non vi chiamo più servi, ma amici”. Amicizia - la chiave di Pietro di questo episodio - è scelta istintiva, riconoscersi nell'altro, addirittura non abbandonare l'altro che ti ha tradito, come Gesù che chiama Giuda "amico". "Il Signore insegna che nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici", commenta Robert Cheaib, scrittore e professore di teologia presso l'Università Cattolica di Lione, che tratteggia la visione cristiana dell'amicizia. "Tanti pontificano sull'amore e sull'amicizia. Gesù lo vive concretamente e lo vivrà fino alla morte. E nonostante il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro e la fuga degli altri apostoli". In comunione con Cristo l'amicizia si fortifica, spiegava san Paolo VI, e il professor Cheaib invita a vivere questa esperienza anche a livello verticale perché le amicizie "trovano la loro completezza e pienezza in Dio". Ma anche un'amicizia professionale, nata su un campo di calcio, può diventare un legame "spirituale" che va oltre la vita terrena. È la storia di Gianluca Vialli e Massimo Mauro, avversari sul prato verde ma sempre insieme in battaglie decisive, come quella per sostenere la ricerca sul cancro e sulla sclerosi laterale amiotrofica, la prima e più grande finalità della "Fondazione Vialli e Mauro" nata nel 2003 a Torino. "Io ho avuto un amico, che continuo ad avere anche se non è più con noi: Gianluca Vialli", racconta Mauro. "È stato una persona straordinariamente importante per molta gente, ma soprattutto per me che ho avuto la fortuna di averlo accanto. Era una roccia. Oggi lui ci aiuta continuamente con la sua vicinanza, con le sue opere, con quello che ha fatto nella vita". Sono citati in questo episodio: Papa Francesco Regina Caeli, 5 maggio 2024 Papa Benedetto XVI Santa Messa nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo, 29 giugno 2011 Papa Paolo VI Udienza generale, 26 luglio 1978 Con la collaborazione dell'Archivio Editoriale Multimediale - Radio Vaticana
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    18:10
  • Ep. 40 – Le chiavi di Pietro - "Coraggio"
    “Coraggio” è una parola che Papa Francesco ha pronunciato più volte nel corso del suo Pontificato, spesso legandola alla figura, da lui molto amata, di San Giuseppe. All’Udienza generale del 10 aprile 2024 dedicata alla fortezza, una delle virtù cardinali, il Pontefice si sofferma sul coraggio del cristiano che se “non piega al bene la propria forza" se "non dà fastidio a nessuno", "è un cristiano inutile”. Nella prospettiva dei credenti, la forza del coraggio - vocabolo che nella sua radice ha la parola latina cor (cuore) - nasce dall’affidamento e soprattutto dall’abbandono e dalla fiducia nell’opera del Padre. C'è dunque un nesso forte tra il coraggio e l'amore, per Dio e per gli altri, che spesso si sottovaluta. Per don Felice Palamara, parroco a Pannacconi, nel Vibonese, “agire con il cuore significa agire con amore, quell'amore che spinge il cristiano a non aver paura di vivere, di testimoniare la bellezza della fede in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo”. La sua è davvero una testimonianza di fedeltà all’amore di Dio perché ha subito intimidazioni e avvertimenti dalla criminalità organizzata, danni e tentativi di avvelenamento: nelle ampolline dell’acqua e del vino che utilizza per celebrare Messa era stata versata della candeggina. “Tutto ciò - racconta - non mi fa paura, perché io rispondo al male vendicandomi con il perdono, con l'amore, perché mi rendo conto che dietro a tutto ciò, dietro a chi fa un atto del genere, un atto ignobile, si nasconde un uomo infelice, un uomo che non ha la pace nel cuore”. Paolo Borrometi è un giornalista siciliano, è parte offesa in 57 processi contro la malavita organizzata, è stato aggredito ferocemente, è sotto scorta da 10 anni. L’amore per la verità è il fuoco che lo spinge nella sua professione a servizio della sua vocazione e del diritto del cittadino a essere informato. A dargli forza anche l’incoraggiamento di Papa Francesco ad andare avanti. “D'altronde lo diceva anche Giovanni Falcone, la questione - racconta nel podcast - non è avere paura ma è continuare ad andare avanti con coraggio. Io sognavo di fare il giornalista, sognavo di farlo con tutto il cuore e difendo con coraggio quella scelta che ho fatto oramai tanti anni fa”. Sono citati in questo episodio: Papa Francesco Udienza generale, 10 aprile 2024 Udienza generale, 29 dicembre 2021 Papa Benedetto XVI Incontro con i giovani nella visita pastorale a Torino, 2 maggio 2010 Papa Giovanni Paolo I Angelus, 27 agosto 1978 Con la collaborazione dell'Archivio Editoriale Multimediale - Radio Vaticana
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    21:13
  • Ep. 39 – Le chiavi di Pietro - "Accidia"
    La parola di questo episodio, “accidia”, è paradossale: ci riguarda da vicino ma non la conosciamo. Forse ci ricordiamo che Dante nel VII canto dell’Inferno mette gli accidiosi nella palude Stigia, ma la confondiamo con la pigrizia o la noia. In realtà, è un male spirituale più profondo e pericoloso ed è forse quello più diffuso nella nostra epoca. In chiave spirituale è “un venire meno della vigilanza, la mancata custodia del cuore” afferma il Catechismo della Chiesa cattolica. Uno dei sette “vizi capitali” alimentato dalla presunzione che può condurre – addirittura - alla morte dell’anima. Per l’accidioso tutto è vano, nulla ha senso, come racconta Papa Francesco nella catechesi all’udienza generale del 14 febbraio 2024. "La sua definizione, a partire dal termine greco akedia, 'mancanza di cura', può aiutarci a capire cos'è l'accidia", spiega il monaco benedettino p. Adalberto Piovano. "Mancanza di cura della propria vita, mancanza di cura per il proprio corpo, mancanza di cura per i propri impegni. Tutto in qualche modo è fatto senza misura, disordinato, senza una disciplina, ma soprattutto mancanza di cura della propria interiorità. Perché di fatto l'accidia colpisce proprio il cuore della vita: quella dimensione profonda in cui noi ci mettiamo in relazione sia con la vita, sia con gli altri, ma soprattutto con Dio". "L'accidia ci riguarda. Non si decide di essere accidiosi, lo si diventa. Non si vive, non si ama, non si soffre, non ci si butta nella vita", spiega Laura Bottari, psicologa e psicoterapeuta. "E c'è una fase della vita in particolare, che è proprio l'adolescenza, in cui si può incontrare l'accidia con più inquietudine". "L'adolescente che fa fatica a essere presente a sé stesso - spiega - ha bisogno di un adulto che sia con lui nel 'qui e ora' e nell'autenticità. Possiamo pensare e sperare che i nostri adolescenti, annoiati, accidiosi, possano rispondere al richiamo della vita solo se c'è un adulto che stia lì con loro, dove sono loro, per aiutarli a prendere in mano la propria esistenza". Sono citati in questo episodio: Papa Francesco Udienza generale del 14 febbraio 2024 Omelia Casa Santa Marta del 24 marzo 2020 Papa Giovanni Paolo II Udienza al personale dell'ospedale Fatebenefratelli, 5 aprile 1981 Papa Pio XII Radiomessaggio in occasione del Natale, 24 dicembre 1955 Con la collaborazione dell'Archivio Editoriale Multimediale - Radio Vaticana
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    18:18

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Un podcast di Benedetta Capelli, Fabio Colagrande e Amedeo Lomonaco in cui le parole di Pietro diventano chiavi: spunti spirituali per aprire percorsi di fede. - Podcast - Radio Vaticana - Vatican News
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