La Bella Cappelaia Di Piazza Della Libertà
I torinesi la chiamavano piazza Carlina, dal nome del Savoia a cui era intitolata, e già prima dell’occupazione francese il boia, armato di cappio o ascia, vi giustiziava i condannati. Fu con l’occupazione napoleonica che, dalla Francia, arrivò un nuovo strumento di morte: la ghigliottina, un sistema che rispetto ai precedenti sembrò ben più “misericordioso” e che venne installato in quello stesso luogo. Fu così che, per l’occasione la piazza venne rinominata piazza della Libertà e si dice che la prima ad inaugurarla fu una donna.
Era conosciuta a Torino come la bella cappellaia, proprio per la bottega che gestiva nella stessa piazza in cui venne poi condannata. Era maritata con un uomo il quale non vedeva di buon occhio i tanti giovani che si intrattenevano a parlare con lei nel suo negozio, tanto da arrivare a minacciarla di chiudere l’attività e di relegarla in casa a occuparsi dei lavori domestici.
Successe così che, una sera, entrarono nell’abitazione dei due coniugi dei malviventi che immobilizzarono la donna e uccisero l’uomo. Un’altra versione narra che il marito morì dopo aver ingerito la minestra preparata dalla moglie. Qualsivoglia sia la trama a cui credere, l’accusa rivolta alla bella cappellaia fu quella di aver ucciso il marito, sola o in combutta con i suoi numerosi amanti, e fu così condannata al patibolo.
Intanto il boia, fremente di provare quel nuovo strumento, venne a sapere che in Francia, in segno di massimo disprezzo, solevano schiaffeggiare il capo mozzato del condannato dopo aver eseguito la sentenza poiché la vittima continuava a vivere anche qualche minuto dopo essere stata decapitata. Volle così provare quel macabro rituale sulla donna, dai cui occhi uscirono però copiose lacrime.
La leggenda vuole allora che il fantasma della cappellaia si aggiri ancora nella piazza, manifestandosi nella propria interezza, con il collo segnato da una riga rossa, o con tenendo sotto il braccio la propria testa mozzata. Il suo spettro vaga ancora senza pace alla ricerca dei lunghi capelli che le furono tagliati poco prima dell’esecuzione.