Armando Testa e il Castello di Rivoli
Ippopotami azzurri, uomini a forma di palla, poltrone rivestite di prosciutto: no, non è il mondo incantato di un bambino, è la realtà vista con gli occhi di Armando Testa, l’artista e pubblicitario torinese che ha plasmato il nostro immaginario collettivo attraverso figure e slogan divenuti iconici. “Sono nato povero, ma moderno”, così amava dire. E non era una semplice frase ad effetto. C'è ancora la guerra nel 1917, quando Armando Testa viene alla luce, e la vita non è facile per un ragazzino che a 11 anni perde il padre e a 14 finisce a lavorare in una tipografia. Ore ed ore passate ad impaginare libri d'arte indolenziscono le dita, ma spalancano i pensieri. Da quei libri sboccia una passione che non si estinguerà più. Il primo bozzetto risale al 1937, per una ditta di colori, ma bisogna attendere la fine di un'altra guerra per cominciare a fare sul serio. È il 1946 quando Armando a Torino crea la sua agenzia pubblicitaria, un marchio che tutt'oggi, a 25 anni dalla sua morte, è leader indiscusso del settore. Torino, città natale di Testa, ha dedicato all'artista nel 2001, al castello di Rivoli, una mostra commemorativa dal titolo Less is more, in onore al suo minimalismo.