Market Flash del 1 luglio 2025
In questo episodio: I mercati azionari hanno stupito per resilienza, con l’S&P 500 salito di quasi il 30% dai minimi di aprile, spinto dal dominio USA nei settori Tech e AI, che hanno compensato una partecipazione ristretta e multipli elevati. Al contrario, petrolio e dollaro hanno segnato performance negative, con quest’ultimo in calo dell’11%, il peggior semestre da 40 anni.Le dinamiche macroeconomiche cominciano a mostrare segnali misti, con revisioni al ribasso del PIL americano, fiducia dei consumatori in peggioramento, richieste di sussidi in aumento e settore immobiliare in contrazione. Tuttavia, la Fed di Atlanta stima ancora un +3,4% nel secondo trimestre, e i mercati prezzano fino a tre tagli ai tassi entro fine anno.Lo scenario geopolitico e fiscale resta in primo piano, tra l'effetto stabilizzante del cessate il fuoco non ufficiale tra USA e Iran, il rilancio della spesa per la difesa al vertice NATO, e la spinta di Trump per il “Big Beautiful Bill”. Intanto in Europa, la Germania vara un piano di investimenti che porterà il deficit verso il 4%, mentre la Francia rischia instabilità politica, con riflessi su spread e borse.Siamo entrati nella seconda metà del 2025 con mercati forti in apparenza, ma sorretti da una narrativa fragile. La resilienza finora è notevole, ma si basa su aspettative elevate di stimoli fiscali e tagli ai tassi, mentre i segnali macro iniziano a indebolirsi.L’equilibrio è precario. Il posizionamento degli investitori è più aggressivo rispetto al bottom di aprile, ma ancora lontano dai livelli di euforia. La traiettoria dei prossimi mesi dipenderà dalla tenuta dell’economia reale e dalle mosse delle banche centrali: ogni dato su inflazione, lavoro o consumi può diventare catalizzatore di volatilità.In questo contesto, la gestione del rischio torna centrale, perché la narrativa attuale – guidata da tech, stimoli e geopolitica contenuta – potrebbe non reggere se il quadro macro peggiorasse.