Jean Christophe Lafaille (1965 - Makalu 2006) aveva un sogno, come scrive sua moglie Katia: diventare il primo francese che avrebbe scalato tutti i quattordici 8000. Ne ha saliti 11, in stile alpino, molti con vie nuove, ma è morto sul Makalu, nel tentativo della prima solitaria invernale. Avevamo conosciuto Jean Christophe un po' di sfuggita con Pierre Béghin (podcast 5.10) che se l’era portato con sé: all’epoca Jean Christophe aveva 26 anni ed era alla sua prima esperienza in Himalaya. Fu un’esperienza traumatizzante, perché Béghin morì sotto agli occhi del giovane Jean Christophe che si ritrovò all’improvviso solo, su di una via mai scalata da nessuno, con l’oscurità e il maltempo imminenti. Il rientro al campo base fu una vera e propria discesa agli inferi che è raccontata splendidamente nel grande classico della letteratura d’alpinismo: "Prigioniero dell'Annapurna", edito dai Licheni. Fu un tale trauma che smise per un po' di andare in montagna. Poi la vita continuò: JC si rimise in sesto e riprese a fare alpinismo. Molto bonattiano come stile (cioè molto riflessivo) JChristophe prosegue il cambiamento di rotta per l'alpinismo francese inaugurato da Catherine Destivelle (podcast 5.15) con l’intenzione di di riportarlo ad un alpinismo più di maturità. Un grande alpinista quindi anche per lo spessore umano delle sue imprese.
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38:55
5.15 Catherine Destivelle: l'intervista
Col cuore in palpitazione, le ho scritto: avresti tempo per un'intervista. Certamente, fu la risposta. Emozionatissima, sono salita in macchina e sono arrivata a Chamonix, dove ho avuto veramente l'onore di parlare con una leggenda vivente dell'alpinismo, una persona di cui confermo la timidezza ma che se si ha la fortuna di approcciare, è interessantissima, piena di energia, di progetti e di voglia di vivere. Buon ascolto!
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27:01
5.14 Catherine Destivelle: la regina
La regina del climbing, unico piolet d'or femminile a lungo (il secondo è stato dato nel 2024 a Nives Meroi), Catherine Destivelle è la regina dell'arrampicata. Nata ad Orano, nel 1960, poco prima dell'indipendenza dell'Algeria, rientra presto con la numerosa famiglia (5 figli, ciascuno con una professione diversa: una dottoressa, un'insegnante, una suora, una pianista e un'alpinista) a Parigi. La famiglia va spesso a "Bleau" (Fontainbleau) a scalare o a passare le domeniche ed è qui che Catherine scopre l'arrampicata. Persona schiva, di poche parole, è in realtà molto timida e riesce a dire con poche ma precise parole quello che intende. Ha vissuto grandissimi amori (sempre senza troppo strombazzarli in giro ma anche senza nasconderli) sempre con uomini dell'"ambiente" (il più chiacchierato fu con Jeff Lowe, che era ancora sposato), Catherine ha sempre detestato il fatto che si bisbigliasse che lei fosse brava appunto perchè "stava" con uomini di quel calibro. Da qui l'idea di fare delle solitarie: per essere giudicata solo in base alle sue capacità. Qui il suo straordinario curriculum: •Via Couzy-Desmaison - Pic d'Olan - parete nord, Catherine Destivelle aveva sedici anni•Via Bonatti - Petit Dru - 1990 - Prima solitaria femminile in 4 ore a vista•Via Destivelle - Petit Dru - giugno 1991 - Apertura in solitaria di una nuova via in 11 giorni, •Via Heckmair - Eiger - 10 marzo 1992 - Prima solitaria femminile in 17 ore•Via Cassin - Grandes Jorasses/Punta Walker - gennaio 1993 - Prima solitaria invernale femminile•Via Bonatti - Cervino - febbraio 1994 - Prima solitaria femminile in 4 giorni (e probabilmente la seconda solitaria assoluta)•Via Hasse-Brandler - Cima Grande di Lavaredo - 25-26 giugno 1999 - Prima solitaria femminile in 2 giorni
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58:28
5.13 Eric Escoffier: l'impenitente
Eric Escoffier (1960 – Broad Peak1998) in fatto di “ribellione”, “Escoff” così si faceva chiamare, è stato l'erede diretto di Pierre Mazeaud (podcast 5.5) che il giovane porta al grado estremo. Insieme a Marc Boivin (podcast 5.9) e a Christophe Profit furono la triade infernale che fecero il diavolo a quattro nella Chamonix tra gli anni '80 e '90, quell'epoca in cui l'asticella del limite venne semplicemente tolta, perché il gioco era diventato “flirting with death”. Se non che, un giorno Eric la incontra a tu per tu, questa morte, quando ebbe un incidente d'auto (perchè ovviamente: sciava velocissimo su pendii ripidissimi, si buttava dovunque col parapendio, scalava in maniera estrema e guidava allo stesso modo): pronto a morire, mai più Eric si sarebbe aspettato di uscirne vivo e semiparaplegico - nel pieno poi della sua giovinezza, delle sue forze e del suo charme irresistibile. La sua storia diventa quindi quella di una battaglia con sé stesso, con le sue debolezze in cui Eric divenne "grande" in tutti i sensi (un grande alpinista, una grande persona e una persona "grande", matura) non per i suoi exploit pazzeschi ma per la sua lotta contro la sua condizione, determinato a non farsi confinare su di una sedia. Un'altra grandissima storia umana, purtroppo non tradotta in italiano. •Gasherbrum II - 15 giugno 1985 - Prima ripetizione della via Batard-Seigneur •Gasherbrum I - 22 giugno 1985 - Salita e discesa in 21 ore dal campo base avanzato per la via Messner•K2 - 4-6 luglio 1985 - Salita per lo Sperone degli Abruzzi con Erhard Loretan in due giorni. Diviene il primo francese a salire sul K2. •Shisha Pangma - ottobre 1986 - Salita in solitaria•Cho Oyu - ottobre 1997 - Quinto ottomila per Escoffier•Broad Peak - 29 luglio 1998 - Scompare durante l'attacco finale alla cima
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52:11
5.12 Patrick Edlinger: la stella cadente
"Dieu", Dio, questo era il suo soprannome (1960-2012). Bello come il dio Apollo, Edlinger è stato anche l'amico del cuore di Patrick Berhault (podcast 5.11). Bellissimo e bravissimo, (ha definitivamente sottratto l'arrampicata dal cono d'ombra dell'alpinismo, rendendola una disciplina a sé) è stato un uomo che ha avuto tutto dalla vita: successo, donne, soldi. E poi ha avuto una mega depressione che l'ha poi spinto alla morte. Ma com'è possibile? Ascoltate il podcast.
Ciao! Benvenuti ai podcast di libridimontagna. Insieme ripercorreremo le tracce di grandi alpinisti che coi loro scritti hanno voluto condividere con noi le loro riflessioni, le loro emozioni in un percorso che è stato, oltre che alpinistico, alla ricerca di sé, alla ricerca della felicità. Pronti per una nuova emozionante avventura? E allora... via!