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PodcastArteNon c’è una cosa che si possa chiamare arte

Non c’è una cosa che si possa chiamare arte

Filippo Parroni
Non c’è una cosa che si possa chiamare arte
Ultimo episodio

Episodi disponibili

5 risultati 27
  • la profondità nella pittura di Lucio Fontana
    Lucio Fontana ha reso evidente che l'evento pittorico è evento spaziale. Ogni pittura si sviluppa nello spazio attraverso le stratificazioni di colore, che possono essere più o meno evidenti. Se la pittura è sempre stata evento spaziale la grande intuizione di Lucio Fontana è stata quella di indagare lo spazio oltre la tela, l'ignoto al di là della superficie pittorica.
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    2:36
  • Gli Invisibili di Caravaggio
    Caravaggio non celebra il divino, scopre la carne ferita, il volto stanco, la verità che nessuno vuole vedere. Umanizza i Santi, li colloca accanto ai mendicanti, alle prostitute, perché "non si può trascendere la realtà senza viverla fino in fondo" direbbe Argan.
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    13:13
  • Andy Warhol
    Andy Warhol è stato considerato la Sfinge dell’arte Contemporanea. Più tenti di avvicinarti alla figura di Andy Warhol, più essa sfugge ad ogni forma di inquadratura, la sua forma si sdoppia, si moltiplica e il messaggio si perde, come nelle sue ripetizioni seriali.Guardare ad Andy Warhol è accettare l’impossibilità di una soluzione.
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    46:41
  • Paul Gauguin
    Gauguin, pittore e viaggiatore, trasformò ogni spostamento in un pellegrinaggio profondo nell’Io. In terre lontane ogni paesaggio e ogni ritratto riavvicinavano l’Artista al contatto diretto con la propria interiorità più intima.
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    18:33
  • Michelangelo Buonarroti
    Senza dubbio il più influente Artista della storia dell’arte, Michelangelo ha cambiato il modo di concepire l’arte e ancora oggi, a distanza di cinquecento anni, i suoi insegnamenti sono ancora materiale vivo per gli artisti di oggi.
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    48:12

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Su Non c’è una cosa che si possa chiamare arte

“Non c’è una cosa che si possa chiamare arte. ci sono soltanto gli artisti, uomini e donne, cioè, che hanno avuto il mirabile dono di equilibrare forme e colori fin quando non siano state a posto e, cosa ancora più rara, che hanno un’integrità di carattere tale da rifiutare ogni soluzione parziale e sono pronti a rinunciare a tutti i facili effetti e a ogni superficiale successo pur di affrontare il travaglio e la fatica necessari a un lavoro sincero”. E.H. Gombrich, la storia dell’arte, 1950.
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