Partendo dal romanzo La campana di vetro di Sylvia Plath, Mariella Martucci riflette su come, per una ragazza, le incongruenze tra le ambizioni personali e le pressioni sociali possano aprire ferite invisibili; su come non ci sia niente di male nel desiderare tutto, nell’andare in pezzi e farsi rattoppare, e nell’accettare l’imperfezione come parte di sé.
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Ep.00 - Manifesto
Mi chiamo Mariella Martucci, sono una scrittrice e, dopo aver passato l’adolescenza, la giovinezza e parte dell’età adulta leggendo quasi esclusivamente autori che raccontavano la vita dal punto di vista maschile, da qualche anno leggo solo libri scritti da donne.Sputiamo su Holden è il podcast indipendente in cui racconto le storie che avrei voluto leggere crescendo: storie di formazione al femminile e scritte da donne, romanzi che all’epoca mi sarebbero tornati decisamente più utili, e che mi avrebbero aiutata a capirmi, a stimarmi, a incazzarmi, ad amarmi e proteggermi più di quanto abbiano fatto quelle scritte da J.D. Salinger e compagnia bella.
Mi chiamo Mariella Martucci, sono una scrittrice e, dopo aver passato l’adolescenza, la giovinezza e parte dell’età adulta leggendo quasi esclusivamente autori che raccontavano la vita dal punto di vista maschile, da qualche anno leggo solo libri scritti da donne.Sputiamo su Holden è il podcast indipendente in cui racconto le storie che avrei voluto leggere crescendo: storie di formazione al femminile e scritte da donne, romanzi che all’epoca mi sarebbero tornati decisamente più utili, e che mi avrebbero aiutata a capirmi, a stimarmi, a incazzarmi, ad amarmi e proteggermi più di quanto abbiano fatto quelle scritte da J.D. Salinger e compagnia bella.