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PodcastTempo liberoGameromancer, il podcast videoludicamente scorretto

Gameromancer, il podcast videoludicamente scorretto

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  • DLC #88: La Battle (t)Royale di Leggende Pokémon ZA
    Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon È uscito il giochino dei Pokémon e come in quel meme col Joker di Heath Ledger tutti perdono la testa. SpaccioGames gli ha mollato 0.3 punti in più rispetto a Clair Obscur, solo che il punto della questione dovrebbe essere piuttosto che Nintendo il budget che ha avuto Clair Obscur non l’ha voluto mettere a disposizione di Game Freak. Poi sono convinto che tanto Game Freak non lo avrebbe comunque saputo usare, ma questo pensiero è critica, il fatto che Leggende ZA sia costato 12 milioni è una notizia e c’è una certa differenza. Ma al di là dei voti e dei confronti a generazione procedurale tutti perdono la testa perché è chiaro e sotto gli occhi di tutti che siam davanti ad un gioco che tecnicamente non è accettabile, con delle soluzioni ridicole tipo usare delle texture 2D per fare i balconi e le porte di buona parte degli edifici “non di trama”, però lì si tira una linea, laddove invece bisognerebbe andare a vedere com’è Leggende ZA sotto questi problemi. Diversa gente ha deciso di piratare Leggende ZA perché “non vale 70€”. A queste persone non posso dar torto. Ma posso incazzarmi se dopo essersi prese lo sbattimento di scaricare una ROM e schiaffarla su un emulatore poi si fermano alla cazzo di grafica.
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    1:15:24
  • Ep. 226: ti sei accortə che i Soulslike stanno cambiando?
    Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon Li abbiamo chiamati “soulslike” perché si parlava di sviluppatori che provavano a fare il cosplay di Miyazaki senza riuscirci. Senza gli stessi processi mentali, senza lo stesso fascino, limitandosi solo all’estetica dark e a quella vibe da pali nel culo che sì, era parte dell’opera e del messaggio, ma poi abbiamo scoperto non essere il posto dove risiedevano i 21 grammi di anima dei Souls. Ad un certo punto è Miyazaki stesso a scendere a compromessi con Miyazaki. Esce Sekiro, e viene fuori che si può fare qualcosa che sembri un soulslike pur non essendo copiato paro paro da quel modello lì. E allora altri iniziano a fare la stessa cosa. Escono cose tipo Tunic, dove a far da padrone tra le varie “componenti Soulslike” è il linguaggio che parla il gioco, che qui diventa una lingua vera ed esplicita che puoi decifrare una pagina del libretto alla volta. Esce Black Myth: Wukong, e viene fuori che basta spostarsi qualche miglio più a Occidente rimanendo però dove di solito il sole va a tramontare per tirare fuori qualcosa di simile, ma fondamentalmente diverso. E destinato probabilmente a fare scuola, visto quanto rumore ha fatto. Escono gli Hell is Us anche se non se ne accorge apparentemente nessuno, ma ormai non si torna più indietro e non puoi aspettarti di rifare i soulslike come si facevano prima e vedere la gente in festa. Se non ci credi chiedere a Bluepoint e al remake di Demon’s Souls.
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    1:01:51
  • Ep. 225: Lock-On Siffredi – videogiochi e telecamere
    Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon La telecamera è la cosa più importante in un videogioco. Anzi, la telecamera è la cosa più importante nel videogioco inteso come medium, perché seguendo la sua evoluzione si segue quella dei videogiochi stessi. Prima era tutto una sitcom a camera fissa, e infatti i livelli si chiamavano “quadri” e “schermate”. Per un bel po’ rimarrà. Le console hanno abbastanza potenza di calcolo per fare in modo che quando Super Mario fa un passo verso destra l’inquadratura si sposti con lui, ma solo le console. Ad un certo punto Prometeo, nella persona di John Carmack, ruba il fuoco agli Dei e capisce come fare la stessa cosa anche su PC. Gli Dei lo mandano in culo, quando osa proporgli di portare Super Mario Bros. 3 su PC, ma da quel fanculo nascono Commander Keen e soprattutto id Software. Succede la stessa cosa quando si decide che il videogioco può diventare 3D, forse deve diventare 3D. In Super Mario 64 per spiegare il concetto ai giocatori venuti su a pane e SNES si introduce proprio fisicamente un cameraman: usi il secondo d-pad del peggior controller di sempre per dargli gli ordini e lui esegue aggiustando l’inquadratura a tuo piacimento. Ci vorrà una vita prima di riuscire a capire come fare questa cosa per bene. In quella vita, succede più o meno quello che ti racconta questo episodio del podcast videoludicamente scorretto.
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    59:14
  • Ep. 224: le città nei videogiochi
    Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon Ogni città è il deserto a cui si oppone. I giochini ci portano a visitare ogni tipo di città. Una matrioska di realtà diverse che ci ospitano, galassie, continenti, corpi da abitare. Colonne di sceneggiatura, piazze di dialoghi, quartieri di silenzio. In mezzo ci trovi personaggi, storie, eventi di cui sei protagonista o spettatrice. Ma dove finisce il diorama, la scenografia, il palcoscenico e inizia la città? Come distinguo una cartolina ben tratteggiata da un luogo che effettivamente sto vivendo, respirando? Ognuno vive le sue città, forse perché ognuno di noi è prima di tutto una città. I luoghi che viviamo ci modificano, trasformano, incidono in noi reticolati, arterie di esperienze, traumi, ricordi. E da lì, affiorano i nostri spazi, i nostri luoghi, palazzi sfavillanti e inquietanti catacombe, foreste sibilanti e villaggi fatti d’ossa. Cambiamenti che subiamo o di cui siamo artefici, abitiamo e veniamo abitati. Infestiamo e veniamo infestati. A noi si oppongono deserti, ai deserti noi ci opponiamo.
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    1:10:28
  • Ep. 223: Death Stranding 2 spiegato male
    Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon Non aggiunge niente al primo capitolo se non un sacco di migliorie al gameplay che lo rendono un gigantesco giocattolone, una specie di grossa anticipazione su quello che potrebbe essere Physint, se davvero Kojima Production vuole tornare al Tactical Espionage Action che ha cresciuto una generazione intera. 00:00 Intro & solite stronzate 32:32: UGO TOGNAZZI (da qui si spoilera)
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    1:04:42

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