Ep. 220: La compagnia delle Indie – come il videogioco indipendente è diventato di tutti
Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon Com’è che adesso giochiamo tutti ai giochini piccini abbastanza abitualmente?
Troppo facile dire “eh la pandemia signora mia”. È un percorso che è iniziato più di 15 anni fa, che ha visto lo zeitgeist culturale del videogioco spostarsi un po’ alla ricerca di alternative sostenibili, un po’ perché PlayStation mica poteva ignorare Wiiware e Xbox Live Arcade, specie considerati i numeri che ci muovevano sopra i vari Castle Crashers e World of Goo.
Questa è la storia di com’è nato il videogioco indipendente. Quello contemporaneo eh, non in assoluto – perché in assoluto esiste da praticamente l’epoca di Tennis For Two.
Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon Escono talmente tanti giochi ogni giorno che è facile dimenticarsi della roba vecchia, soprattutto in un contesto culturale dove si guarda sempre avanti e pure al day one ormai si pensa alle patch, ai DLC, ai sequel. Chiaro, poi esistono i Dark Void che era giusto e sacrosanto dimenticarsi, ma ci sono pure gli Starhawk che non s’è inculato di pezza nessuno o i Castle Crashers che ti ha tenuto compagnia su Xbox 360 e poi non c’hai pensato mai più.
Questa settimana ti proponiamo un po’ di giochini che magari conosci, magari no, ma che sicuramente hai smesso di giocare.
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Lettere da Pulveria: una monografia di Hollow Knight
Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon Hollow Knight era il gioco giusto al momento giusto
Ho solo amore per il gioco di Team Cherry da quando nel 2018 mi sono chiuso a Nidosacro per quelle 50 e passa ore.
Una specie di soulslike che si ibrida al metroidvania, con una lore alla Bloodborne, esattamente quando c'era bisogno esattamente di questo.
Uno stile disegnato a mano pulito e bellissimo, una colonna sonora eccezionale, dei controlli precisi come se ne trovano raramente. La mappa intricata, complessa e varia, piena di popoli diversi e approfonditi, totalmente interconnessa. Boss su boss uno più bello dell'altro.
Su tutto una cura al dettaglio clamorosa, che dopo 40 ore ti porta ad avere un personaggio secondario che si mette a recitare a caso 50 precetti del buon cavaliere - uno più scemo dell'altro - e poi ti affronta in dieci boss fight di difficoltà e stupidità crescente.
Sono sei anni che aspetto il seguito, e anche io a un certo punto mi sono stancato di sperare lo mostrassero agli eventi.
Ma ho troppo amore per Hollow Knight per avercela con Team Cherry. Buon Silksong, a me quanto meno
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Ep. 218: Processo a The Phantom Pain
Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon Penso a "Luci guida anche nella morte" da quando ho finito The Phantom Pain la prima volta.
Qualcuno la definirebbe una sezione Walking Simulator del cazzo. Alla fine devi solo attraversare i corridoi della Mother Base sparando in testa ai Diamond Dogs. Solo che sono i tuoi Diamond Dogs, quelli che hai speso ore a reclutare cercando tra le fila nemiche il meglio del meglio, soldati di Rango S che potessero essere degni della reputazione da Leggenda che ti stavi costruendo.
Quella stessa reputazione che evapora 60 punti alla volta ogni volta che adesso ne fai fuori uno.
La vocina dell'iDroid continua a ripetere "Staff member has died" e tu non puoi farci un cazzo. I tuoi commilitoni chiedono pietà e tu non puoi farci un cazzo. Ad un certo punto alcuni di loro gettano le armi a terra e ti rivolgono il saluto militare. "Viviamo e moriamo ad un tuo comando, Boss". È un brivido che mi porto dentro da 10 anni.
Lo strumento più basilare che si possa trovare nei videogiochi, il punteggio, che viene usato così, per ricordarti che non conti un cazzo, che i Diamond Dogs che stai ammazzando non sono solo statistiche, hanno un nome e lo vedi nell'HUD ogni volta che stai per premere il grilletto.
Giocando "Luci guida anche nella morte" mi sono chiesto per dieci anni come si possa pensare che i videogiochi desensibilizzano davanti alla morte.
Difficilmente mi sono mai sentito così una merda come durante quella missione. Difficilmente riuscirò mai a prendere una vita IRL, se ho fatto così fatica a farlo usando un controller.
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I buffi di Enotria e la comunicazione di Hollow Knight Silksong – Checkpoint
Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon Tocca tirare fuori il terzo Checkpoint in due settimane perché, beh, continuano a succederne di ogni. Tipo che Blur, IlMasseo e un altro po' di gente racconta di come Jyamma Games spenda i big money per far vedere il trailer de La Divina Commedia™ (™ perché è marchio registrato) durante la Opening Night Live della Gamescom debba ancora pagarli per le adv del lancio di Enotria. Di cui sembra misteriosamente sparito dalla roadmap il DLC che doveva essere incluso nelle Deluxe Edition.
Poi vabbè, siamo in quei giorni lì, in quelli dove tra poco esce Hollow Knight Silksong e quindi si parla di come Team Cherry abbia lavorato senza fretta in opposizione a quello che succede abitualmente nel game dev. Solo che no, non sono i paladini proprio di un cazzo, solo dei marketer a cui è riuscito il colpaccio.
Su Gameromancer, il podcast videoludicamente scorretto
Unisciti alla community – Segui la newsletter – Dona su PatreonQuesto non è il solito podcast di videogiochi. Gameromancer è una ribellione contro chi si occupa di videogiochi per (e con) lucro, riducendoli a mera merce. I videogiochi sono Cultura, sono Arte, sono Vita. E in quanto tali assolutamente personali.