Ep. 205: Morrowind of the Same – remake, remastered, reboot e nei videogiochi
Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon Esce Oblivion Remastered e non si capisce più un cazzo. Tecnicamente è un remake, perché non è che son partiti dall’originale e hanno cambiato le texture tenendo immutato il coding, hanno cambiato engine ricalcando sopra il gioco del 2006. Ma Bethesda lo ha etichettato come remastered perché vuole giocare coi tuoi sentimenti, ha bisogno che credi che sia lo stesso gioco a cui hanno aggiornato solo la grafica – e in effetti lo è, solo che non dovrebbe essere una bella cosa ma c’han convinto che sia il risultato ottimale.
Tutto questo perché chiamare Remake le cose par brutto. E quando le chiamano remake, lo sono davvero? Perché Final Fantasy VII Remake tecnicamente è un remake se usiamo la definizione cinematografica, ma in realtà è Nomura che fa il cosplay di Hideaki Anno.
Questo grossomodo è il tema su cui ci siamo scannati questa settimana. Non abbiamo concluso un cazzo (as usual), ma magari ci puoi dire la tua negli appositi spazi commenti sulle varie piattaforme o sul gruppo Telegram del podcast videoludicamente scorretto.
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1:09:58
La Tier List di TUTTI i giochini di Nintendo Switch
Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon Com’è stata l’ultima generazione di Nintendo? Passando in rassegna le uscite in ordine temporale e provando a catalogarle secondo la nostra personalissima scala – dove la S sta per “liquido seminale secreto dall’apparato maschile” e il fondo del barile è un siculissimo “manco cu lignu” — è venuto naturale fare un po’ di considerazioni sulla lineup di roba che ci siamo sciroppati negli scorsi 8 anni. Tipo, perché è uscito un numero così smisurato di musou sulla console peggiore per garantire un’esperienza di gioco al di sopra dei 15 fps?
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1:09:38
Ep. 204: Indieavolati – i giochini indie degli ultimi mesi
Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon I giochini piccini di cui s’è fatta indiegestione stavolta sono:
Ender Magnolia. Che è il sequel di Ender Lillies e apparentemente sistema diverse delle cosine che non funzionavano nel primo;
Everhood 2. Che è il sequel de La Grande Corsa dei Puffi e su cui il Boss Finale e Sieg Heilteri hanno delle opinioni un po’ discordanti, nonostante comunque sia garbato ragguardevolmente a tutti e due. Ovviamente scherzavo, ed è il sequel di Everhood;
Wanderstop. Che è il giochino di cui tutti hanno detto “è il sequel di The Stanley Parable” e invece cor cazzo, ma cor cazzo proprio. Ed è giustissimo così (questo peraltro Alteri l’ha giocato coi soldi del Patreon e manco ci ha scritto un rigo, complimenti);
Spilled!. 5€ per giocare un paio d’ore ad un cozy game sul ripulire i mari con una pixel art bellina. La pixel art bellina è un po’ il filo conduttore di tutto questo cestione indie;
Ale Abbey. Io con gli anni ho fatto pace con l’idea che non impazzisco per la birra e sono più tipo da vini da Long Island, però questo gestionale (ancora in Accesso Anticipato) su dei monaci che devono diventare mastri birrai e fare un pacco di soldi non è male per nulla;
Cataclismo. Per un Accesso Anticipato che parte, uno che finisce e fa uscire finalmente il giochino. Cataclismo è stata una delle hit dell’anno scorso, Alteri c’era finito sotto e adesso che hanno aggiunto pure il workshop e una madonna di cose è contento. Ha piazzato 250mila copie in una settimanella. Buttale via;
Keep Driving. Per la serie “guarda come il resto d’Europa fa i soldi mentre noi siamo qua a prenderci le letterine degli avvocati di Enotria”, è il gioco che mi ha fatto scoprire che in Svezia esistono effettivamente i Seven Eleven. Pensa te;
Abbiamo parlato anche velocemente di un giochino che puoi giocare da te, basta che cerchi “Fight Ur Demons” su itch.io e lo trovi. È una roba a cui sta lavorando Francesco “Dipi” Di Pietro con cui siamo amici e quindi in conflitto di interessi, però è bello bello e ci sto passando più tempo del lecito sopra.
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52:13
Mario Kart World non è Forza Horizon e altro di Switch 2 raccontato con calma – Checkpoint
Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon Nintendo apre quello che non lo sappiamo ma sarà uno dei reveal di una nuova console peggiore da anni a questa parte con Mario Kart World e il durello è inevitabile. Sogni finalmente un Mario Kart moderno, sul modello di Forza Horizon o quantomeno di Burnout Paradise, la grande mappa open world piena di eventi che puoi esplorare con la cumpa di amici (che detto così sembra The Crew spiegato bene).
Poi viene fuori che l’Open World in realtà è una modalità a parte rispetto ai soliti Grand Prix e non si capisce bene a che cazzo serva.
Ad un certo punto sembra che Nintendo abbia osato lì dove Sony ha ritenuto che 5 milioni di copie non fossero abbastanza, in spregio al fenomeno di culto che s’è radunato attorno all’IP. Quella IP, il Miyazaki che abbraccia il gotico, l’orrore cosmico, i punti intuizione che ti rendono sempre più pazzo.
Poi guardi i modelli poligonali che sembrano usciti da Dark Souls Prepare to Die (2012). E l’orrore diventa The Duskbloods, perché non ci vuoi credere che Miyazaki stia facendo quella roba lì.
E insomma ne hanno già parlato tutti, ma nessuno ne ha parlato come ne abbiamo parlato noi. Sparati ‘sto checkpoint per fare un po’ il punto della situazione su Switch 2.
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1:09:48
DLC #87: Le Terme di Caracal [pseudo intervista a Caracal Game]
Unisciti alla ribellione su Telegram – Iscriviti alla newsletter – Supportaci su Patreon TL;DR: Abbiamo parlato col papà di Star Overdrive. Se non sai cos'è, studia.
Caracal Games sta facendo un giochino. Che poi tanto "ino" non è, nel senso che ok, in un periodo storico in cui abbiamo normalizzato le 200 ore di Assassin's Creed Valhalla 15 ore di gameplay sembrano poca roba, ma bisogna considerare che questi sono andati da Nintendo a mostrare la mercanzia e Nintendo ha risposto "domo arigato".
E quindi morale della favola Star Overdrive è finito in due Nintendo Direct e a Kyoto ci credono un sacco.
Ed è facile credere in Star Overdrive, dopo aver preso un po' di familiarità con l'hoverboard e aver intinto le dita nei dungeon giocabili della demo. È facile perché ci rivedi un po' di Breath of the Wild, un po' di Monster Hunter, un po' di Tony Hawk perfino.
Ne avrà per 15 ore? Per ora possiamo dire che Tommaso Bonanni, che di Caracal Games è il CEO e di Star Overdrive il babbo, ne aveva per un'oretta. E l'abbiamo registrata. Goditela.
Per un parere più critico sul gioco, tocca aspettare che ci giochiamo.
Su Gameromancer, il podcast videoludicamente scorretto
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