Pensiamo a un mondo in cui ogni dispositivo che utilizziamo non solo raccoglie informazioni, ma le analizza e agisce autonomamente per ottimizzare la nostra quotidianità. Questo è esattamente ciò che accade quando Intelligenza Artificiale (AI) e Internet of Things (IoT) si incontrano, dando vita all’ AIoT o Artificial Intelligence of Things. L'IoT fornisce la rete di dispositivi fisici connessi a Internet che raccolgono dati in tempo reale, mentre l'AI li analizza e li utilizza per prendere decisioni intelligenti. Il potenziale dell’AIoT è immenso e si stima che questo mercato continuerà a crescere esponenzialmente arrivando a 31,05 miliardi di dollari entro il 2028.Con il continuo progresso tecnologico, diventerà sempre più integrata nelle nostre vite, spingendo i confini di ciò che è possibile e rendendo il nostro mondo sempre più interconnesso, intelligente e sostenibile.Scopri di più nell'approfondimento "Focus Pictet".
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Quali sono i principali indicatori macroeconomici
Gli indicatori macroeconomici sono strumenti utilizzati per analizzare la salute e la performance presente e futura di un'economia.Tra gli indicatori più noti troviamo il Prodotto Interno Lordo (PIL), il debito pubblico, il tasso di disoccupazione, l’inflazione, le vendite al dettaglio e i tassi di interesse. Forse meno noti, ma non meno rilevanti, sono gli indici di fiducia, ovvero strumenti statistici che permettono di misurare il livello di ottimismo o pessimismo di diversi gruppi economici, grazie ai quali è possibile comprendere il livello di fiducia e le aspettative che influenzano le decisioni di spesa, investimento e risparmio all’interno di un’economia.Gli indicatori macroeconomici sono strumenti fondamentali per analizzare e valutare la salute e le tendenze di un'economia e forniscono dati quantitativi che consentono di comprendere meglio il contesto economico e di prendere decisioni informate e consapevoli.Scopri di più nell'approfondimento "Focus Pictet".
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Come riconoscere un rally di mercato
Il termine “rally” non arriva dal mondo finanziario, ma è stato preso dall'ambito militare anglosassone, nel quale rappresentava “l'adunata” delle truppe, primo passo per ribaltare un momento di difficoltà in battaglia. Un rally in finanza avviene quando si assiste a un aumento significativo e duraturo nel tempo dei prezzi di azioni, obbligazioni, indici o materie prime. Per identificare l'inizio di un rally e intercettare i segnali che potrebbero indicare che è il momento di investire o di ritirarsi, sono fondamentali l'analisi dei dati di mercato e lo studio delle notizie economiche. Gli analisti, infatti, scrutano i volumi di scambio, i movimenti dei prezzi e gli indicatori economici per prevedere le tendenze. Ad esempio, un calo improvviso dei tassi di interesse da parte delle banche centrali può ridurre il costo del denaro, incentivando le aziende e i consumatori a spendere e investire di più. Questo può innescare un rally. Allo stesso modo, un report sugli utili aziendali che supera le aspettative può inviare segnali positivi agli investitori, spingendo al rialzo i prezzi delle azioni. In presenza di un rally, la domanda che molti si pongono è se si tratti una crescita sostenibile o una bolla speculativa pronta a scoppiare. La distinzione tra crescita sostenibile e speculazione non è sempre chiara. Per proteggersi dai contraccolpi, diversificazione del portafoglio, orizzonte di investimento adeguato e consapevolezza sono tre elementi essenziali, oltre al saper mantenere un occhio critico sulle notizie e sui report di analisi. I rally finanziari rappresentano quindi periodi di significativa crescita economica che, se affrontati con lucidità e spirito analitico, possono portare a grandi opportunità di guadagno.Scopri di più nell'approfondimento "Focus Pictet".
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Perché investire in azioni
Quando si parla di dove allocare i propri risparmi gli Italiani storicamente si sono rifugiati in 2 strumenti principali, il mattone e le obbligazioni, in particolar modo titoli di stato, confinando all’investimento in azioni un ruolo marginale, in quanto ritenuto ad alto rischio. E’ vero che le azioni nel breve termine hanno oscillazioni più marcate sia in rialzo che al ribasso, ma nel medio termine non c’è partita tra il valore che le azioni possono generare per i nostri risparmi rispetto alle obbligazioni. Tuttavia, avere degli obiettivi chiari per il futuro ci aiuta a capire che in fondo non abbiamo bisogno di tutti i nostri risparmi sempre a disposizione e che una parte di questi possono essere dedicati a progetti più a lungo termine, raggiungibili con un solo strumento finanziario, ovvero le azioni. Qualsiasi analisi dimostra facilmente che le azioni sono l’unico strumento che consente di battere sistematicamente l’inflazione e far crescere i nostri risparmi nel tempo, naturalmente su un orizzonte temporale ragionevole. Ci sono tanti modi per investire in azioni smussandone un po' le eventuali turbolenze, ad esempio utilizzando i piani di accumulo oppure i veicoli che mettono insieme in un unico strumento obbligazioni e azioni in percentuali variabili. È importante ricordare che investire in azioni significa investire nelle aziende che contribuiscono alla crescita globale.Scopri di più nell'approfondimento "Focus Pictet".
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Politica monetaria espansiva o restrittiva
La politica monetaria rappresenta uno degli strumenti attraverso cui una banca centrale può influenzare l'economia di un Paese. Essa può assumere una forma espansiva o restrittiva a seconda delle condizioni economiche prevalenti e degli obiettivi di politica economica. La politica monetaria espansiva viene adottata in un contesto di rallentamento economico, con lo scopo primario di stimolare la crescita, ad esempio con la riduzione dei tassi di interesse e il quantitative easing. Al contrario, la politica monetaria restrittiva viene impiegata quando l'economia mostra segni di surriscaldamento, con un’inflazione crescente che rischia di erodere il potere d'acquisto e destabilizzare l'economia. Aumentando i tassi di interesse e vendendo titoli di stato, le banche centrali aspirano a ridurre la liquidità nel sistema, rendendo il credito più costoso e meno attraente, nel tentativo di moderare gli investimenti e il consumo, raffreddando l'economia e controllando l'inflazione. Un esempio recente di politica monetaria restrittiva è stato l'aumento dei tassi di interesse da parte di numerose banche centrali in risposta alla ripresa economica dopo la pandemia del 2020 e all'aumento dell'inflazione. La scelta tra politica monetaria espansiva e restrittiva dipende da molteplici fattori e non è solamente una questione tecnica, ma anche profondamente politica. La sfida per le banche centrali è di calibrare queste politiche in modo da bilanciare la crescita e la stabilità, evitando gli eccessi di inflazione o di deflazione.Scopri di più nell'approfondimento "Focus Pictet".