Powered by RND

In effetti

Pregaudio
In effetti
Ultimo episodio

Episodi disponibili

5 risultati 40
  • Cattedra, penna e libro (La Bibbia secondo Il Trono di Spade)
    Testo della catechesiSi alza un portale, tre Guardiani della Notte oltrepassano un lungo tunnel che termina con un secondo portale, oltrepassato il quale vedono ciò che non avrebbero mai immaginato di vedere: gli Estranei! Solo uno di loro riesce a sopravvivere e, giunto a Grande Inverno, viene decapitato per aver detto quanto visto.. letteralmente un martire, dal greco mártys, “testimone”, colui che ha visto qualcosa e ne dà “testimonianza”. Alla sua esecuzione assiste, con occhi ben aperti, un giovanotto di nome Brandon. Ha appena dieci anni e gli viene chiesto di assistere come forma di rito iniziatico poiché, dice il padre alla moglie: «il bambino deve crescere, l’inverno sta arrivando». Brandon poco prima si stava esercitando con l’arco, ma aveva mancato più volte il bersaglio, azione che, nella Bibbia, è l’immagine più concreta per intendere il peccato. Nei boschi viene ritrovato un cervo morto, ucciso da un animale estinto ormai da anni, la metalupa, morta a sua volta a pochi metri, lasciando orfani cinque cuccioli, ognuno dei quali viene preso dai rispettivi figli di Eddard Stark, colui che ha decapitato il Guardiano nonché padre di Brandon. Un sesto cucciolo, tuttavia, «lo scarto della figliata», così si dice, viene affidato a Jon Snow, figlio “bastardo” di Eddard. Il sesto giorno, sempre nella Sacra Scrittura, Dio ha creato l’uomo.. (cfr. Gn 1,26-27). Pochi minuti e Jon, mentre a Grande Inverno si sta festeggiando per l’arrivo del re, incontra il nano Tyrion, che lo chiama bastardo, sentendosi rispondere: «Che ne sai di cosa provi un bastardo?». «I nani – gli fa eco Tyrion, in assoluto il personaggio più amato dal pubblico – sono bastardi agli occhi dei loro padri». L’episodio si chiude con qualcuno, questa volta Brandon, che vede qualcosa che non doveva vedere.. E nella Bibbia, ci sia concesso un ultimo accostamento (bugia!), Dio sceglie continuamente l’ultimo, il secondo, lo scarto, non certo i migliori e più quotati. Tale concetto ha la sua trasposizione “martiniana” nelle figure del nano e del bastardo. Ma di cosa stiamo parlando? Nei 62’ della prima puntata – che ci spoilera subito che il Regno di Dio è dei “piccoli”, in tutti i sensi – sono insomma concentrati quasi tutti gli elementi di una saga fantasy pazzesca, carica di sesso quanto violenta, capace di mostrare risvolti politici quanto religiosi, psicologici quanto sociologici, atavici quanto attuali.  Il titolo che abbiamo voluto dare a questo episodio della rubrica In effetti, che indaga la serie tv de Il Trono di Spade, è già gravido di intenti: se la cattedra, dal greco “sedia (a braccioli)”, è simbolo di autorità e potere, in chiesa come a scuola, il trono ne è la sua forma diciamo così “imperiale”; la  penna è invece lo strumento capace di mettere “nero su bianco” quanto la parola afferma, ma «la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio», recita la Lettera agli Ebrei (4,12), mentre in quella agli Efesini san Paolo invita i suoi a prendere «la spada dello Spirito, che è la parola di Dio» (6,17), ragion per cui viene spesso raffigurato con quest’arma in mano; il libro, infine, è l’oggetto fisico che contiene e trasmette quanto narrato, nella Bibbia come nel romanzo de Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R.Martin, che ha ispirato l’adattamento televisivo di  Game of thrones, la serie tv andata in onda dal 2011 al 2019 attraverso 73 episodi, proprio come il numero dei libri che compongono la Bibbia cattolica, ma prendiamolo come un caso..          A crearla sono stati David Benioff (pseudonimo di David Friedman), la cui famiglia ha origini ebraiche e già noto per l’adattamento cinematografico de Il cacciatore di aquiloni, e l’appassionato di videogiochi Daniel Brett Weiss. Durante l’eucaristia di una settimana di evangelizzazione di strada a Riccione, datata ormai nel lontano 2003, il fiorentino don Gianni Castorani disse durante l’omelia: «Preghiamo affinché i VIP si convertano!». È la serie tv statunit...
    --------  
    48:04
  • Cattedra, penna e libro (La Bibbia secondo Il Trono di spade)
    Si alza un portale, tre Guardiani della Notte oltrepassano un lungo tunnel che termina con un secondo portale, oltrepassato il quale vedono ciò che non avrebbero mai immaginato di vedere: gli Estranei! Solo uno di loro riesce a sopravvivere e, giunto a Grande Inverno, viene decapitato per aver detto quanto visto.. letteralmente un martire, dal greco mártys, “testimone”, colui che ha visto qualcosa e ne dà “testimonianza”. Alla sua esecuzione assiste, con occhi ben aperti, un giovanotto di nome Brandon. Ha appena dieci anni e gli viene chiesto di assistere come forma di rito iniziatico poiché, dice il padre alla moglie: «il bambino deve crescere, l’inverno sta arrivando». Brandon poco prima si stava esercitando con l’arco, ma aveva mancato più volte il bersaglio, azione che, nella Bibbia, è l’immagine più concreta per intendere il peccato. Nei boschi viene ritrovato un cervo morto, ucciso da un animale estinto ormai da anni, la metalupa, morta a sua volta a pochi metri, lasciando orfani cinque cuccioli, ognuno dei quali viene preso dai rispettivi figli di Eddard Stark, colui che ha decapitato il Guardiano nonché padre di Brandon. Un sesto cucciolo, tuttavia, «lo scarto della figliata», così si dice, viene affidato a Jon Snow, figlio “bastardo” di Eddard. Il sesto giorno, sempre nella Sacra Scrittura, Dio ha creato l’uomo.. (cfr. Gn 1,26-27). Pochi minuti e Jon, mentre a Grande Inverno si sta festeggiando per l’arrivo del re, incontra il nano Tyrion, che lo chiama bastardo, sentendosi rispondere: «Che ne sai di cosa provi un bastardo?». «I nani – gli fa eco Tyrion, in assoluto il personaggio più amato dal pubblico – sono bastardi agli occhi dei loro padri». L’episodio si chiude con qualcuno, questa volta Brandon, che vede qualcosa che non doveva vedere.. E nella Bibbia, ci sia concesso un ultimo accostamento (bugia!), Dio sceglie continuamente l’ultimo, il secondo, lo scarto, non certo i migliori e più quotati. Tale concetto ha la sua trasposizione “martiniana” nelle figure del nano e del bastardo. Ma di cosa stiamo parlando? Nei 62’ della prima puntata – che ci spoilera subito che il Regno di Dio è dei “piccoli”, in tutti i sensi – sono insomma concentrati quasi tutti gli elementi di una saga fantasy pazzesca, carica di sesso quanto violenta, capace di mostrare risvolti politici quanto religiosi, psicologici quanto sociologici, atavici quanto attuali.   Il titolo che abbiamo voluto dare a questo episodio della rubrica In effetti, che indaga la serie tv de Il Trono di Spade, è già gravido di intenti: se la cattedra, dal greco “sedia (a braccioli)”, è simbolo di autorità e potere, in chiesa come a scuola, il trono ne è la sua forma diciamo così “imperiale”; la  penna è invece lo strumento capace di mettere “nero su bianco” quanto la parola afferma, ma «la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio», recita la Lettera agli Ebrei (4,12), mentre in quella agli Efesini san Paolo invita i suoi a prendere «la spada dello Spirito, che è la parola di Dio» (6,17), ragion per cui viene spesso raffigurato con quest’arma in mano; il libro, infine, è l’oggetto fisico che contiene e trasmette quanto narrato, nella Bibbia come nel romanzo de Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R.Martin, che ha ispirato l’adattamento televisivo di  Game of thrones, la serie tv andata in onda dal 2011 al 2019 attraverso 73 episodi, proprio come il numero dei libri che compongono la Bibbia cattolica, ma prendiamolo come un caso..          A crearla sono stati David Benioff (pseudonimo di David Friedman), la cui famiglia ha origini ebraiche e già noto per l’adattamento cinematografico de Il cacciatore di aquiloni, e l’appassionato di videogiochi Daniel Brett Weiss. Durante l’eucaristia di una settimana di evangelizzazione di strada a Riccione, datata ormai nel lontano 2003, il fiorentino don Gianni Castorani disse durante l’omelia: «Preghiamo affinché i VIP si convertano!». È la serie tv statunitense Of kings and pr...
    --------  
    48:15
  • Nemici mai...per chi si cerca come noi (Bibbia e Scienza)
    Testo della catechesi«Prof.. sa.. io l’ammiro molto, da grande voglio diventare come lei: appassionato della sua materia e ateo!». Con quest’affermazione un adolescente riminese si è rivolto al suo docente di Scienze Naturali, sentendosi rispondere in tutta franchezza: «Mi fa molto piacere, ma io non sono ateo..». Sorpreso e sconcertato che un uomo di scienza come lui potesse rimettere allo stesso tempo la propria vita nella mani di Dio, beh, sconvolse non poco l’alunno.. Il titolo di questa puntata, rivisitazione della celebre canzone di Antonello Venditti, vorrebbe provare a sfatare un falso mito, quello cioè che vede fede e scienza come antagoniste, il tutto, ovviamente, partendo dal e in relazione al testo biblico.  Siamo fatti “ad immagine e somiglianza di Dio”, come attesta il primo libro della Bibbia (cfr. Gn 1,26), o “ad immagine e somiglianza della scimmia”, come attesta Charles Darwin? Detto altrimenti: siamo capaci di trascendere la nostra biologia o siamo appena un ammasso di istinti e “natura”? E ancora, se è vero che ogni essere a modo suo comunica, come mai apparteniamo all’unica specie dotata di linguaggio? La risposta risiede forse in quel Dio biblico che è Logos e Verbum, Ragione e Parola?  Anzitutto, cos’è la scienza? Cosa si intende con questa vocabolo? Stando alle prime parole della celebre enciclopedia online Wikipedia, o Wikipidia per dirla all’inglese, «La scienza è un sistema di conoscenze ottenute attraverso un’attività di ricerca prevalentemente organizzata con procedimenti metodici e rigorosi, coniugando la sperimentazione con ragionamenti logici condotti a partire da un insieme di assiomi, tipici delle discipline formali. Uno dei primi esempi del loro utilizzo lo si può trovare negli Elementi di Euclide, mentre il metodo sperimentale, tipico della scienza moderna, venne introdotto da Galileo Galilei, e prevede di controllare continuamente che le osservazioni sperimentali siano coerenti con le ipotesi e i ragionamenti svolti». Il Dizionario etimologico della Zanichelli afferma che si tratta di un «complesso di risultati dell’attività speculativa umana volta alla conoscenza di cause, leggi, effetti intorno ad un determinato ordine di fenomeni, e basata sul metodo, lo studio e l’esperienza». Un altro poderoso tomo, il Dizionario dei sinonimi e dei contrari di Aldo Gabrielli, come contrari di scienza cita: «ignoranza, asineria, imperizia, fanatismo, mezza scienza, infarinatura, pregiudizio, mito (e) dogmatismo».. mooooolto interessante! Dunque sia “sistema di conoscenze” sia “complesso di risultati volti alla conoscenza”, per cui occorre chiedersi cosa sia la conoscenza, ovvero, stando all’ultima fonte, «la facoltà.. (e l’) effetto del conoscere», cioè «l’apprendere con l’intelletto, sapere qualche cosa». Questa catena di domande ci porta allora alla sapienza che, è ancora lo Zanichelli a dircelo, è «il più alto grado di conoscenza delle cose». Nella Bibbia cosa s’intende per sapienza? Prima della sua stesura, il lontano passato è stato caratterizzato da ciò che oggi chiamiamo genericamente “superstizione”: «Nel mondo pagano antico – scrive lo storico e giornalista Francesco Agnoli nel suo libro Scienziati, dunque credenti – vigeva l’idea animista: ogni cosa è animata.. tutto è abitato da presenze spirituali (ninfe, gnomi, folletti, troll..) che rendevano la natura superiore all’uomo», ragion per cui quest’ultimo era costretto a propiziarsi queste entità. I primi a sganciarsi da questa visione della vita furono i filosofi greci, che nella natura videro un certo ordine.. Il testo di Agnoli si apre con un’affermazione provocatoria quanto netta: «Chi sono i padri, gli “inventori” della scienza moderna come oggi la conosciamo?»; per poi rispondere qualche riga dopo: «l’autore della Genesi e, tramite lui, il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe; e dopo di lui, sant’Agostino, sant’Ambrogio, gli apologeti cristiani dei primi secoli, e, con loro, migliaia e migliaia di altri predicatori, confessori, teologi, fil...
    --------  
    29:23
  • L'ultimo nemico che sarà sconfitto (La Bibbia secondo J.K.Rowling)
    Testo della catechesi Tra i successi editoriali più importanti di sempre compare la saga di Harry Potter, sette libri editi in Italia tra il 1998 e il 2007, resi ancor più celebri dalla trasposizione cinematografica realizzata dalla Warner Bros (società fondata nel 1918 da quattro fratelli, uno dei quali si chiamava casualmente Harry), che ne ha acquisito i diritti nel 1999, presentando la saga nelle sale di tutto il mondo tra il 2001 e il 2011: otto film (i Doni della Morte è stato infatti diviso in due pellicole) diventati la serie col più alto incasso della storia.  Il pastore protestante metodista Peter Ciaccio, laureatosi alla facoltà valdese di Teologia di Roma con una tesi sul regista Ingmar Bergman, nel 2011 ha dato vita a Il vangelo secondo Harry Potter, edito dalla Claudiana. Nello spassosissimo testo mette in luce, senza ovviamente contare la magia, che funge da elemento diciamo così, trasversale, le diverse tematiche affrontate dalla celebre saga della Rowling: l’adolescenza, il male, la responsabilità, la predestinazione, il sistema scolastico, il libero arbitrio, la vocazione e tante altre ancora, su tutte però la morte, o meglio l’elaborazione del lutto.   «Ognuno di noi – afferma l’autore – ha bene e male dentro di sé», come dimostra il fatto che Silente da giovane abbia causato la morte della sorella Ariana per orgoglio ed ambizione, riconoscendo però il male all’interno di sé stesso e decidendo di combatterlo, scegliendo di fare il professore e non il politico, ruolo che forse avrebbe maggiormente assecondato la sua ambizione. Lo stesso padre di Harry Potter in gioventù ha vestito i panni del bullo. Che dire poi di Severus Piton, mosso dal rancore per aver dovuto rinunciare al suo amore, eppur capace di sacrificarsi per la giusta causa?  Quanto al binomio magia-teologia è necessario affermare anzitutto che la loro rivalità è stata per secoli portata avanti dalla Chiesa (sia da parte cattolica sia protestante), talvolta in maniera ossessiva ed omicida: dalle inquisizioni contro le streghe alle battaglie mediatiche di oggi. Ma la magia in questa saga è parte della natura, teologicamente parlando del “creato”, non un imbroglio di Satana. Tali critiche alla magia la Rowling le sottolinea ad esempio attraverso i personaggi degli zii Vernon e Petunia Dursley, classici esempi di chi vive senza fantasia. Nella Bibbia leggiamo: «Non praticherete alcuna sorta di divinazione o di magia», ma il libro del Levitico (19,26b) non vieta di leggere o guardare Harry Potter, bensì di affidarsi a chi promette una vita migliore attraverso lo sfruttamento. Da questo punto di vista, precisa Ciaccio, si tratta di una saga contro il Superenalotto piuttosto che contro Maga Magò. Il testo citato, tra l’altro – sottolinea il pastore metodista – è preceduto dalla citazione «Non mangerete nulla che contenga sangue», che quasi tutti noi ignoriamo, pur non rinunciando ad essere cristiani..   Com’è possibile inoltre spiegare ai più piccoli, i prediletti da Dio, l’esistenza di un male radicale che neanche gli adulti comprendono? La risposta è già stata data da gran parte della letteratura per l’infanzia, pensiamo solamente a Pollicino, Pinocchio, Cappuccetto Rosso, e via dicendo.. Harry a scuola incontrerà sia il bene (rappresentato dal trio che forma con Ron ed Ermione) sia il male (Malfoy, Tiger e Goyle). La Rowling nel suo romanzo di formazione ha raccontato quindi l’adolescenza, identificata solitamente in quella fascia di età che va dagli undici ai diciotto-diciannove anni, non a caso quelli durante i quali si svolge l’intera saga, che accompagna Harry nel suo cammino adolescenziale appunto, e lo ha fatto ispirandosi sia ai grandi temi della letteratura per bambini sia al cristianesimo.  I temi della predestinazione e della vocazione sono invece ben sintetizzati dallo scambio tra Harry e il cappello parlante (in inglese sorting hat, “cappello selezionatore, di smistamento”) nel momento in cui il primo deve essere associato ad una delle...
    --------  
    27:48
  • Canzone senza fine (Bibbia e Musica)
    --------  
    23:31

Altri podcast di Religione e spiritualità

Su In effetti

Non è possibile capire “dove andiamo” senza sapere “da dove veniamo”: occorre allora tornare al grande codice della cultura occidentale. Non solo, è utile osservare come questo, nel tempo, abbia prodotto degli “effetti” sulla cultura in generale. Il capitolo 24 di Luca può aiutarci ad attualizzare la questione: come i due diretti a Emmaus «conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto», altrettanto potremmo fare oggi, conversando tra noi di tutto quello che è accaduto negli ultimi duemila anni. In generale, che tracce ha lasciato sul pianeta Terra l’evento Gesù Cristo? Nello specifico, quali effetti ha prodotto sulla cultura e nei diversi ambiti: la storia, la letteratura, la geografia, la scuola, la scienza, la filosofia, l’arte, la politica, la superstizione, l’etica e, avvicinandoci al nostro tempo, lo sport, i mass media, e via dicendo? Più precisamente: il mondo coi suoi mille risvolti, si è lasciato scalfire dalle pagine bibliche? Quanto, queste, hanno inciso nello svolgimento della “storia”? Ma soprattutto: quali “effetti” ha avuto su di essa?
Sito web del podcast

Ascolta In effetti, Chiedi al Lama - Lama Michel Rinpoche e molti altri podcast da tutto il mondo con l’applicazione di radio.it

Scarica l'app gratuita radio.it

  • Salva le radio e i podcast favoriti
  • Streaming via Wi-Fi o Bluetooth
  • Supporta Carplay & Android Auto
  • Molte altre funzioni dell'app

In effetti: Podcast correlati

  • Podcast Le preghiere del giorno
    Le preghiere del giorno
    Cristianesimo, Spiritualità, Religione e spiritualità