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5 risultati 17
  • 17. Akatsuki: cinque anni per entrare in orbita attorno a Venere
    Il primo appuntamento con Venere dei giapponesi è stato un mezzo disastro. Arrivati puntuali, nel momento cruciale hanno fatto fiasco, perdendo la loro missione Akatsuki e trovandola in un’orbita completamente diversa e persino problematica. Per tornare a Venere ci sono voluti cinque anni, ma poteva andare molto peggio se non fosse intervenuto un giovane italiano che non la missione non c’entrava nulla, ma si trovava nel posto giusto al momento giusto. Lui è Stefano Campagnola, lavora alla Nasa e lo conosceremo in questa puntata di Houston. Musiche: “Contagion”, Scott Buckley; “Sneaky Snooper”, instrumental brother
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    33:28
  • 16. Solar Orbiter, un tuffo nei detriti spaziali
    È peggio perdere una missione perché si è costretti a tuffarsi nei detriti spaziali, rischiando di venire colpiti, oppure perché una parte della navicella si è letteralmente congelata e tutti i suoi componenti si sono saldati a causa del freddo? Con Solar Orbiter non c’è stato bisogno di scegliere: la missione dell’agenzia spaziale europea che più si è avvicinata al Sole, le maggiori preoccupazioni le ha date, fin da subito, vicino alla Terra. Con i racconti di José-Luis Pellon e Andrea Accomazzo. Musiche: “Contagion”, Scott Buckley; “Sneaky Snooper”, instrumental brother
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    50:56
  • 15. Cluster vola senza batterie
    Esplosi nel '96 quand'erano ospiti del tragico volo inaugurale del primo razzo Ariane 5, i quattro satelliti Cluster dell'Agenzia spaziale europea hanno avuto una seconda possibilità: sono stati ricostruiti e lanciati quattro anni dopo, nel 2000. Una seconda vita che non li ha però dispensati da guasti e cattive sorprese. Le batterie di bordo, vitali durante le fasi di eclissi, si deterioravano velocemente e periodicamente esplodevano, causando guasti ai sistemi elettronici e persino cambiando la direzione di volo dei satelliti. Senza batterie si può volare e spegnere il satellite durante le eclissi, ma che succede se poi, finita l’eclissi, il satellite non comunica più? Con i racconti di Paolo Ferri. Musiche: “Contagion”, Scott Buckley; “Sneaky Snooper”, instrumental brother
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    32:51
  • 14. Kourou abbiamo un problema… al decollo
    3,2,1, and liftoff…Quante volte vi sarà capitato di guardare il video di un lancio spaziale e sentire questo conto alla rovescia. Fiato sospeso per alcuni secondi, e poi applausi e attesa per le fasi successive del volo. Ma vi ricordate i primi tentativi di lancio di Space X, esplosi uno dopo l’altro? Sono solo esempi recenti, ma anche all’Esa e alla Nasa incidenti simili ce ne sono stati negli anni. E il loro prezzo, in termini economici e umani, talvolta è stato molto alto. In questa puntata parliamo di lanci andati più o meno male, e cerchiamo di capire cosa prova chi vede andare in cenere davanti ai propri occhi il lavoro di anni, o addirittura decenni. Fra tutti Paolo Ferri, che nel ’96 ha vissuto la sua prima esperienza traumatica nel mondo delle missioni spaziali. Musiche: “Contagion”, Scott Buckley; “Sneaky Snooper”, instrumental brother
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    36:35
  • 13. Soluzioni acrobatiche a problemi irrisolvibili (parte 2)
    Storia di un ingegnere che si è trasformato in hacker inventandosi un comando taroccato - l’Esa l’ha chiamato “dirty hack” – per salvare uno degli strumenti del satellite Cluster. Una procedura vietata nel mondo dell’Esa tanto quanto nell’industria. Ma l’unica possibile, per cercare un rimedio. Ecco perché anche questa puntata è stata intitolata “soluzioni acrobatiche”. E poi parleremo un po’ di software e della missione Exosat, la prima europea a portare un computer riprogrammabile a bordo, che gli ha salvato la vita. Con i racconti di Paolo Ferri. Musiche: “Contagion”, Scott Buckley; “Sneaky Snooper”, instrumental brother
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    34:36

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Su Houston

Un podcast di Media Inaf che parla di spazio, atterraggi falliti, innovazioni disperate e soluzioni geniali. Ideato e realizzato da Valentina Guglielmo, si chiama Houston. Cosa mai potrà andare storto?
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