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PodcastStoriaSpazio 70

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5 risultati 442
  • [442] «Oggi è la nostra responsabilità». L'ultimo discorso di Aldo Moro (versione integrale)
    Diventa un supporter di questo podcast: clicca qui.➨ Iscrivetevi al nostro canale Telegram: clicca quiRoma, 28 febbraio 1978. Aldo Moro interviene nel corso della riunione dei gruppi parlamentari della Democrazia cristiana. Si tratta del suo ultimo discorso pubblico.Si ringrazia Radio radicale per la condivisione del reperto.Tra gli argomenti toccati durante il discorso: 1) «Parecchi amici pensano, a torto, che io abbia la chiave per il superamento delle nostre comuni difficoltà»; 2) Una vita «spesa al servizio del partito»; 3) Il tema degli «interrogativi angosciosi» e della «fiducia nella Democrazia cristiana»; 4) «Qualche cosa, da anni, s'è arruginito nel normale meccanismo della vita politica italiana»; 5) «Il Paese, in un soprassalto di consapevolezza, ci ha riconfermato nel ruolo di primo partito italiano»; 6) Sulla Dc «non più in grado di aggregare una maggioranza politica»; 7) «I due vincitori» alle politiche del 1976. Il tema del mancato scioglimento delle Camere dopo il risultato elettorale; 8) Sulla «abitudine di addebitare tutti i mali alla Democrazia cristiana»; 9) Sull'approfondimento di una linea «di contatto reciprocamente istruttivo» con il Pci; 10) Sul «contributo» del Partito comunista «in forma di astensione»; 11) Un accordo «sulle cose da fare» e «per un certo tempo»; 12) Il «nervosismo di base» nel Pci; 13) «Noi abbiamo saputo cambiare quando era necessario e possibile»; 14) «La nostra flessibilità ha salvato la democrazia» in Italia; 15) Un «terreno nuovo e più esposto»; 16) «Io temo l'emergenza, sul terreno economico sociale. Perché so che c'è»; 17) Sulla «forma di anarchismo dilagante»; 18) La necessità di «avere un certo respiro» per il 1978; 19) «Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità»; 20) Sulla importanza di «preservare l'unità della Democrazia cristiana». 
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    1:11:53
  • [441] Speciale P2. Parla Bettino Craxi
    Diventa un supporter di questo podcast: clicca qui.➨ Iscrivetevi al nostro canale Telegram: clicca quiRoma, 17 gennaio 1994. Bettino Craxi testimonia nel corso di un'udienza del processo alla Loggia P2. Tra gli argomenti trattati: l'incontro con Licio Gelli; gli incontri con il presidente del Banco Ambrosiano, Roberto Calvi; la vicenda «Eni-Petromin»; la vicenda del cosiddetto «Conto protezione».Si ringrazia Radio radicale per la condivisione dei reperti. 1) Il ruolo di Vanni Nisticò affinché Craxi incontrasse «l'ingegner Luciani»; 2) L'incontro all'hotel Raphael; 3) «Noi abbiamo molta influenza sulla stampa»; 4) «Informai il capo dello Stato, Sandro Pertini»;5) «A brigante, brigante e mezzo»;6) Sulla vicenda «Eni-Petromin»;7) Il tentativo di «rovesciare" Craxi dalla segreteria del Psi; 8) La vicenda del «Conto Protezione»; 9) «Verso altri non c'è la medesima attenzione e spasmodica ricerca del particolare»;10) «Si ripetono cose che, a furia di ripeterle, diventano vere»;11) Il suicidio del tenente-colonnello Luciano Rossi; 12) Il tentato suicidio di Calvi nel carcere di Lodi;13) «Non confermo né il cretino, né altro»; 14) «Ero restìo a incontri con persone che non conoscevo. Si vociferava in modo confuso su questa realtà massonica»;15)  «Martelli, invitato alla festa d'insediamento di un presidente americano, vide Gelli»;16) «Calvi? Dopo che l'ho conosciuto, l'ho incontrato diverse volte. Ma non parlava di questioni amministrative»;17) «Non mi ha mai dato l'impressione di essere del gruppo della P2»;18) «Parlava un italiano influenzato da una sorta di gergo bancario»; 19) «Lei deve tener conto di chi conta veramente nel mondo»; 20) «Non stare a perdere tempo con Craxi, perché sarà rovesciato»; 21) «Un problema insolubile? Far corrispondere entrate e spese nei partiti politici»;22) «Non so come il Pci abbia risolto il problema con Calvi. Come ha restituito i finanziamenti? Voi siete informatissimi»
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    2:29:25
  • [440] Omicidio Mattarella. Parla Francesco Cossiga
    Diventa un supporter di questo podcast: clicca qui.➨ Iscrivetevi al nostro canale Telegram: clicca quiRoma, 15 marzo 1995. Il senatore della Repubblica italiana Francesco Cossiga, è chiamato a deporre in qualità di testimone nel corso di un'udienza del processo per i delitti politici commessi a Palermo tra il 1979 e il 1982.Tra i temi toccati, l'omicidio del Presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella. Si ringrazia Radio radicale per la condivisione del reperto. 1) «Non ho mai avuto particolari rapporti con la vita politica siciliana»;2) «Ero a conoscenza delle ombre pesanti che si addensavano su uomini e fatti della Dc siciliana»;3) «Come ministro dell'Interno l'attività era focalizzata nella lotta contro il terrorismo»;4) «Piersanti Mattarella? Era un innovatore»;5) «La contattazione di ambienti mafiosi durante il caso Moro? Non volli prenderla neanche in lontana considerazione»;6) «Non ho mai creduto all'ipotesi terroristica»; 7)  Bernardo Mattarella;8) «I terroristi? Si guardarono bene dal metter piede in Sicilia»;9) «Gladio? Sono stato assolto con una sentenza del tribunale dei ministri che qualifica Gladio come istituzione legittima dello Stato»;10) «Ho assunto la difesa di Stay behind come reazione ai non so di tanti miei colleghi di governo».
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    1:12:59
  • [439] Stay behind. Parla Giulio Andreotti (processo Gladio)
    Diventa un supporter di questo podcast: clicca qui.➨ Iscrivetevi al nostro canale Telegram: clicca quiRoma, 2 novembre 1999. Il senatore della repubblica italiana Giulio Andreotti è chiamato a deporre in qualità di testimone nel corso di una udienza del processo Gladio. Tra gli argomenti affrontati: iniziative della magistratura, rapporti con i servizi segreti, basi e depositi della organizzazione. Si ringrazia Radio radicale per la condivisione del reperto.1) «Stay behind? Lo seppi nella seconda parte del mio primo mandato al ministero della difesa»; 2) «Il personale? Potevano essere reclutate anche le donne»; 3) Una struttura «nella Nato, ma non della Nato»; 4) «Che vi fossero depositi di armi, l'ho saputo dopo il 1990»; 5) Sulle lettere del giudice Casson; 6) «Su un deposito di armi, fu costruita una chiesa»; 7) «Il patto atlantico e la comunità europea sono punti di riferimento fondamentali della politica estera italiana»; 8) Sulla riforma dei servizi segreti del 1977; 9) «I 622? Era la consistenza di coloro che erano stati arruolati. Alcuni erano passati al mondo migliore»; 10) «Lamentele sul disvelamento della struttura? A livello governativo-diplomatico, nessuna»; 11) Gli accenni alla possibilità di potersi attivare nella «lotta alla droga» o «alla criminalità organizzata»; 12) «La direzione politica? Era del servizio»; 13) Sul Craxi «non informato».
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    1:23:08
  • [438] Speciale Prima Linea. Parlano Donat Cattin, Sandalo e Viscardi
    Diventa un supporter di questo podcast: clicca qui.➨ Iscrivetevi al nostro canale Telegram: clicca quiNel primo contributo proponiamo la deposizione di Marco Donat Cattin, ex dirigente dell'organizzazione armata Prima Linea, nel corso di una udienza del processo alla rivista Metropoli (Roma, 21 ottobre 1986). Nel secondo contributo, l'ex Prima Linea Roberto Sandalo parla in qualità di collaboratore di giustizia nel corso di un'udienza del Processo 7 Aprile (1983). Nel terzo e ultimo contributo, il collaboratore di giustizia, ed ex Prima Linea, Michele Viscardi, noto alla stampa come «il killer dagli occhi di ghiaccio», risponde alle domande della Corte nell'ambito di un'udienza del processo 7 Aprile (1984). Si ringrazia Radio radicale per la condivisione dei reperti. Tra i principali temi toccati durante le deposizioni: 1) «Il sequestro Moro? Ci siamo meravigliati dell'impresa e abbiamo cercato di prendere contatti con le Br»; 2) «Dicemmo che non avremmo appoggiato l'operazione Moro»; 3) Sul «comando unificato» Prima linea-Formazioni comuniste combattenti; 4) «La colonna romana? La consideravamo la più movimentista e per questo la più vicina a noi»; 5) Il primo incontro a Roma col bierre Seghetti; 6) Il secondo incontro a Roma con Seghetti e Gallinari; 7) Sulle «difficoltà di comprensione» delle rispettive «terminologie»; 8) Sull'ipotesi di un «aggancio-comune» Br-PL; 9) Sulla rivista Metropoli e il ruolo di Oreste Scalzone; 10) «I Comitati comunisti rivoluzionari? Ci offrirono alcune armi provenienti dal Libano»; 11) L'interesse per la Fiat di Cassino e Napoli; 12) «I primi contatti coi brigatisti? All'inizio del '77, a Torino»; 13) «Prima Linea? Nel '79 ebbe un bilancio di oltre un miliardo di lire»; 14) Sul ruolo delle rapine di autofinanziamento e il reperimento di armi; 15) «Il fine? Era quello di scatenare la guerra civile in Italia»; 16) «Abbiamo confuso il malcontento con la disponibilità di prendere un mitra in mano»; 17) Il corteo del 1° maggio 1977 a Milano; 18) La «ricerca» di un dirigente della Magneti Marelli per sparargli alle gambe; 19) «Oggi mi sono reso conto del nulla che c'era dietro la lotta armata»; 20) «Alessandrini? E' stata una operazione difensivistica»; 
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    1:16:35

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Su Spazio 70

Nato nel lontano 2010, Spazio70 rappresenta ormai il più importante punto di riferimento per chiunque sia interessato ad approfondire la propria conoscenza sugli anni Settanta in Italia e più in generale sul periodo che va dal 1968 al 1984. Il canale presenta anche altri materiali su fatti, persone, vicende storiche e giudiziarie di rilevante interesse pubblico.Siamo ampiamente presenti su Facebook, You Tube, Twitter, Instagram, Threads e Telegram.Il nostro sito internet: Spazio70.comPer contatti: [email protected] un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/spazio-70--4704678/support.
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