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Luca Vergani
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  • EP.4 ALESSI Storia e Design
    Ciao e benvenuti al nostro podcast sulla storia del design! Oggi esploriamo il percorso di un'azienda italiana iconica, sinonimo di innovazione e bellezza: Alessi.Fondata nel 1921 a Omegna, Novara, da Giovanni Alessi, l'azienda nacque inizialmente come FAO (Fratelli Alessi Omegna), un'officina specializzata nella lavorazione di ottone e alpacca. Fin dai suoi albori, si distinse per la sua vocazione all'innovazione e alla sperimentazione. Già nel 1929, la produzione si era focalizzata su raffinati articoli da ristorazione e da tavola, realizzati in ottone placcato nickel o argento.Intorno al 1935, Carlo Alessi, figlio del fondatore, assunse il ruolo di primo designer dell'azienda. Sotto la sua guida, l'attività passò da una lavorazione puramente artigianale a una vera e propria produzione industriale. Un esempio emblematico di questa transizione è il celebre servizio da caffè Bombé, ideato da Carlo nel 1945 – anno in cui divenne anche direttore generale – e prodotto in quattro diversi formati, incarnando un design dal carattere squisitamente industriale.Nello stesso 1945, un altro membro della famiglia, Ettore Alessi, si unì all'azienda, portando la sua expertise nella pressione a freddo del metallo. Questa competenza fu cruciale per l'adozione dell'acciaio inox pressato, un cambiamento dettato dalla scarsa disponibilità di alpacca e ottone nel dopoguerra. A partire dal 1955 circa, Alessi aprì le porte alla collaborazione con designer esterni di rilievo, come Luigi Massoni. Molti oggetti, dal design decisamente avanguardistico, furono prodotti in serie, raggiungendo successi straordinari: pensate, del solo shaker per cocktail Modello n. 870 di Massoni, ne furono venduti ben un milione e mezzo di esemplari.Verso la fine degli anni '70, con Carlo Alessi alla presidenza, l'azienda intraprese una nuova direzione, offrendo serie limitate di oggetti firmati da architetti e designer di fama internazionale, tra cui spiccano nomi come Ettore Sottsass e Richard Sapper. Il 1983 fu un anno chiave: Alessi registrò il nuovo marchio Alessi Officina, dedicato a prodotti dal design sperimentale, in qualche modo svincolati dalle rigidità della produzione industriale. Nello stesso anno, Alberto Alessi, figlio di Carlo, lanciò il rivoluzionario progetto Tea & Coffee Piazza. Per questa iniziativa, undici architetti progettarono oggetti in edizione limitata, creando vere e proprie "architetture in miniatura". Questo progetto, nato anche con intenti pubblicitari, portò ad Alessi un significativo riconoscimento internazionale, affermandola come esponente di punta del Post-Modernismo nel contesto delle arti decorative degli anni '80.Gli anni '90 videro l'introduzione di ulteriori linee distintive. Ricordiamo la serie Twergi, con oggetti domestici in legno disegnati da maestri come Ettore Sottsass e Andrea Branzi. Ma non solo: Alessi propose anche una serie di oggetti in plastica economici e al contempo di grande stile, frutto della collaborazione con designer come Stefano Giovannoni e Alessandro Mendini. Queste creazioni incarnano al meglio la visione di Alberto Alessi, per il quale "Il design è una disciplina creativa globale con una matrice strettamente artistica e poetica e non solo uno dei tanti strumenti al servizio del marketing e della tecnologia per migliorare i metodi di produzione e aumentare le vendite". Un pensiero che sottolinea la profonda dimensione artistica e poetica insita in ogni oggetto Alessi.
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    5:28
  • EP.3 AIRSTREAM: Icona Americana su Ruote
    Ciao! Benvenuti all'episodio di oggi, dove esploriamo la storia affascinante di un'icona americana su ruote! Scoprirete come il sogno di Wally Byam, nato negli anni '20, abbia dato vita a un fenomeno globale.Nel 1934, a Los Angeles, prese forma la Airstream, un nome scelto perché i suoi trailer viaggiavano "come lungo una corrente d'aria". L'ispirazione per questo progetto rivoluzionario venne a Byam dopo che i lettori della sua rivista DIY trovarono impraticabili i suoi disegni. Fu così che decise di creare personalmente una roulotte che fosse davvero funzionale, arrivando a progettare la prima in cui ci si potesse stare in piedi, abbassando il pavimento tra le ruote e alzando il tetto.La vera innovazione arrivò con l'applicazione di tecniche derivate direttamente dall'industria aeronautica, come le strutture rivettate in alluminio monoscocca e lo streamlining. Questo approccio portò alla nascita del celebre Clipper nel 1936, costruito seguendo principi aeronautici all'avanguardia.Nonostante fosse la Grande Depressione degli anni '30, i trailer di Byam conobbero un successo incredibile, con la domanda che superava l'offerta, nonostante il prezzo non fosse esattamente economico. Sebbene la Seconda Guerra Mondiale abbia interrotto bruscamente la produzione a causa delle restrizioni sull'alluminio, Byam non si fermò, lavorando in una fabbrica di aerei e raccogliendo nuove idee.Il dopoguerra segnò una rinascita trionfale per Airstream, che nel 1952 vide l'apertura di nuovi impianti in Ohio e California per soddisfare una domanda crescente. Il luccicante Airstream divenne allora il simbolo per eccellenza del Sogno Americano, incarnando lo spirito di libertà e avventura, proprio come i carri dei pionieri, ma in una futuristica forma d'alluminio.Alla morte di Byam nel 1962, il suo spirito avventuroso continuò a vivere attraverso una fondazione e il "Wally Byam Caravan Club, International", che oggi conta circa 19.000 membri con i loro trailer e case mobili. L'eleganza di questi veicoli ha generato un vero e proprio fanatismo tra gli appassionati.Come diceva lo stesso Byam, l'Airstream è la personificazione di "un eterno sforzo per inseguire lo spirito avventuroso che porta a seguire l'arcobaleno fino alla fine... ed è così che i sogni legati al viaggiare diventano realtà". Unisciti a noi per scoprire come un progetto su carta sia diventato un fenomeno internazionale, un vero e proprio inno alla strada e alla libertà!
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    7:33
  • EP.2 A&E Design: Design Svedese con Influenze Italiane
    Ciao a tutti e benvenuti al nostro podcast di design! Oggi vi portiamo nel cuore della Svezia per scoprire uno degli studi più influenti e innovativi del panorama scandinavo: A&E Design.Fondata a Stoccolma nel 1968 da Tom Ahlström (1943) e Hans Ehrich (1942), entrambi con una formazione in design e metallurgia conseguita alla Konstfackskolan di Stoccolma, A&E Design ha fin da subito mostrato una spiccata propensione per l'innovazione. Lo studio si è distinto per la sua ricerca approfondita sull'applicazione delle plastiche e si è specializzato nel design per disabili. Tra i loro contributi più significativi, hanno sviluppato prodotti essenziali per anziani e persone con handicap, come una speciale sedia a rotelle per trasportare i pazienti alla doccia, pratiche sedie da bagno e braccioli con fermo per il bagno. Ma la loro visione ergonomica non si è fermata qui, estendendosi a utensili per Anza e spazzole lavapiatti per Jordan.Ciò che rende A&E Design un vero pioniere è la sua filosofia: sono rinomati per lo sviluppo di prodotti innovativi e la creazione di modelli meticolosi. Dedicano una parte significativa del loro lavoro, circa il 20%, allo sviluppo di prodotti propri, perseguendo costantemente la ricerca di un "equilibrio ottimale tra estetica, funzionalità e mercato". Nel 1982, Ahlström ed Ehrich hanno ulteriormente ampliato il loro orizzonte fondando InterDesign, un altro studio che si concentra sulla realizzazione di modelli all'interno delle proprie officine, spaziando dai manichini a prototipi perfettamente funzionali.Nonostante A&E Design sia uno studio di punta del design scandinavo, è affascinante notare come molti dei loro prodotti presentino attributi spesso associati al design italiano. I fondatori, infatti, ammettono apertamente l'influenza di designer italiani, in particolare di Joe Colombo, e hanno mantenuto stretti contatti con Milano e la rinomata rivista di design Domus. Questa fusione di culture ha permesso loro di creare un linguaggio di design unico, che unisce la funzionalità nordica all'eleganza mediterranea.Il loro impegno e la loro maestria sono stati ampiamente riconosciuti a livello internazionale: vantano ben 14 Excellent Swedish Design Awards e hanno ricevuto tre premi Red Dot per la più alta qualità nel design (Highest Design Quality). Un vero viaggio nel design che unisce innovazione, funzionalità e un tocco internazionale!
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    6:34
  • EP.1 STORIA DI AEG Allegemeine Elektricitäts Gesellschaft
    AEG: Dalle Lampadine di Edison alla Rivoluzione del Design TedescoBenvenuti all'episodio di oggi, dove esploreremo la storia affascinante di AEG, un nome che ha plasmato l'industria elettrica e il design moderno.Tutto ebbe inizio nel 1881, quando Emil Rathenau, colpito dall'innovazione della lampadina di Thomas Alva Edison all'Esposizione Internazionale d'Elettricità di Parigi, ne acquistò i diritti. Due anni dopo, nel 1883, fondò a Berlino la Deutsche Edison Gesellschaft, che in seguito divenne la ben nota Allegemeine Elektricitäts Gesellschaft, o semplicemente AEG.Agli inizi del '900, AEG non si distinse solo per la tecnologia, ma anche per il suo approccio innovativo al design. Il catalogo per l'Esposizione Universale di Parigi del 1900 fu opera dell'artista jugendstil Otto Eckmann, che creò anche un logo in stile Art Nouveau per l'azienda. Ma la vera svolta arrivò nel 1907 con l'architetto e designer Peter Behrens, nominato consulente artistico. Behrens intraprese il primo progetto integrato di corporate identity per AEG, ridisegnando il logo e progettando una vasta gamma di prodotti, dagli utensili elettrici come bollitori, orologi e ventilatori, fino agli stessi edifici produttivi necessari per la loro fabbricazione.La chiave del successo per una produzione di massa di alta qualità fu intuita dal direttore di produzione Michael von Dolivo-Dobrowolsky: la standardizzazione di componenti intercambiabili. Questa visione, che permetteva di usare le stesse parti in diversi prodotti anziché in uno solo, rifletteva i principi del Deutscher Werkbund, di cui Behrens stesso fu membro fondatore nel 1907. Un'altra figura centrale del Werkbund, Hermann Muthesius, aveva proposto alle aziende tedesche di creare un'estetica nazionale basata su "tipi" e "standard" per unificare il gusto comune. AEG fu tra le prime ad abbracciare e applicare queste idee, assemblando prodotti domestici con componenti standardizzate, come la celebre serie di bollitori e il ventilatore elettrico del 1908, entrambi di Behrens.Grazie a questa forte immagine e a metodi di produzione all'avanguardia, AEG divenne la maggiore azienda produttrice di apparecchiature elettriche. La sua presenza fu notata anche all'esposizione del Deutscher Werkbund "Die Wohnung" a Francoforte nel 1927, dove espose ventilatori, caldaie, lampade e bollitori. Negli anni '60, AEG si affermò in particolare per i suoi elettrodomestici di alta qualità.Sebbene abbia affrontato una crisi finanziaria negli anni '80, venendo acquisita prima da Daimler-Benz e poi, nel 1994, dalla svedese Electrolux, i principi di alta qualità e le forme semplici tipiche dei prodotti AEG continuano a riscuotere grande successo ancora oggi. Un vero testamento alla sua duratura eredità nel mondo del design e dell'ingegneria elettrica.
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    6:34

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