7. Armistizio
L’8 settembre è stato il margine di un burrone, il bordo di un crepaccio. Prima si poteva vivere nella bambagia, non porsi troppe domande, “Vivere finché c’è gioventù. Perché la vita è bella e la voglio vivere sempre più…”, come diceva la canzone. Però poi? Poi, come succede nella fiaba, il re è nudo. Tutto diventa evidente. Le parate, le adunate, l’educazione militare dell’opera Balilla, l’impero italiano, i successi delle campagne militari, tutto inizia ad apparire per quello che è: una grande mascherata. Certo altri lo avevano capito prima, ma ci vuole una coscienza politica per accorgersene, bisogna frequentare certi ambienti, conoscere certe persone. Difficile capire che vivi in un mondo pieno di dizione, di retorica, un mondo inventato, se in quel mondo ci sei nato, e ci hai vissuto dentro, e hai visto solo quello per tutta la tua vita. È difficile. Per alcuni, come ad esempio Nuto Revelli, il re ha iniziato a mostrarsi nudo dopo la tragica campagna di Russia. Per altri, come ad esempio Piero, che hanno vissuto la guerra in una specie di bolla sospesa sulla cima di una montagna, be’, per loro l’otto settembre è stato come svegliarsi da un bel sogno e dover fare i conti con la durezza della vita, in un periodo di guerra.
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Nel Film Mediterraneo un gruppo di soldati rimane bloccato su un’isola greca per tutta la seconda guerra mondiale. Una cosa simile è successa a Piero, solo che lui si trovava in alta montagna, a 2000 metri sul livello del mare. Di quel periodo sono rimaste una ventina di foto, cosa raccontano?
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