Gli etologi lo classificano come “specie ombrello”, fondamentale per regolare l’esistenza di tutte le forme di vita animale di un habitat. Per questo è così importante proteggere il giaguaro, felino regale al vertice della catena alimentare che comprende tutte le bestie del continente americano. Ma non è impresa facile. Ha un solo nemico: l’uomo. Questi gli dà la caccia da sempre, perché ha una pelliccia incredibilmente bella e perché rappresenta un pericolo per la popolazione e per il bestiame allevato. Ma uccidere un giaguaro significa lasciar proliferare liberamente le sue prede, che a loro volta incidono su altri esseri viventi, vuol dire rompere equilibri che la Natura ha perfezionato in milioni di anni. E i danni per l’uomo possono essere ben maggiori. Una questione complicata, soprattutto perché la deforestazione selvaggia in tanti casi ha già decretato la scomparsa di specie animali e vegetali. Ma non tutti si danno per vinti. E c’è chi crede che l’unica ragione per cui valga la pena vivere sia salvaguardare la bellezza del pianeta. Almeno lì dove non è andata ancora distrutta. Testo e voce: Bepi CostantinoMusica: Andrea ViolanteGrafica: Concetta LorenzoSuono: Claudio Romanazzi
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18:06
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Il banchiere visionario
“Ogni volta che conosco un italiano, penso alle origini dell’uomo al quale mi sono ispirato”. Mi disse così, stringendomi la mano e guardandomi dritto negli occhi mentre un ampio sorriso illuminava il suo volto rotondo. Muhammad Yunus, fresco premio Nobel, elegantissimo nell’abbigliamento tipico del Bangladesh – camicia e pantaloni ampi, giacca smanicata – continuava a sorprendermi dopo aver demolito, uno dopo l’altro, tutti i miei preconcetti sulle banche. In un’ora e mezza di conferenza, nell’aula magna della EARTH University, in Costa Rica, il fondatore della Grameen Bank (che in bangalese significa “banca del villaggio”) aveva lasciato senza parole la platea formata in gran parte da manager dei maggiori istituti di credito di tutta l’America latina. Dopo trent’anni di attività, questa banca unica al mondo continuava a crescere e a espandersi dal Bangladesh in decine di altri Paesi adottando criteri totalmente controcorrente. Dopo aver snocciolato risultati più che lusinghieri, Yunus riassunse la filosofia del suo istituto rivolgendosi direttamente ai suoi spettatori. “Io ho imparato da voi a fare il banchiere a modo mio. Mi è bastato fare l’esatto contrario di ciò che voi fate da sempre: voi concedete prestiti a imprenditori di successo, io a chi non ha neanche un centesimo. Voi pagate fior di avvocati per recuperare il danaro che non vi restituiscono, io risparmio le spese legali perché i miei clienti onorano puntualmente i loro impegni”.Fin da allora, vent’anni fa, Muhammad Yunus era chiamato “il banchiere dei poveri”. Gli fu conferito il Nobel per la pace, mica per l’economia, perché lui crede, e realizza, business sociale che significa capitalismo più umano. Quando lo ringraziai per l’intervista concessami, mi ricordò ancora quell’uomo che lo aveva ispirato. Ed è di quest’uomo che ti parlo in questo episodio, un banchiere visionario.Testo e voce: Bepi CostantinoMusica: Andrea ViolanteGrafica: Concetta LorenzoSuono: Claudio Romanazzi
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Fake news ante litteram
Ha origini incerte, sicuramente antiche. C’è chi lo fa risalire addirittura a Cleopatra, mentre tradizioni documentate ci sono certamente dal medioevo in poi. In italiano si chiama “Pesce d’aprile”, come in francese, “Poisson d’avril”. Altre lingue fanno esplicito riferimento alle persone alle quali si rivolge: in inglese è “April fool’s day”, dove per “fool” oggi si intende “sciocco” ma un tempo indicava in maniera specifica il giullare di corte. Per gli spagnoli il 1° aprile è il “Día de los inocentes”, il giorno delle persone semplici, credulone. In tedesco è semplicemente “Aprilscherz”, “scherzo d’aprile”. Per tutti, indistintamente, è l’occasione per prendersi gioco di qualcun altro in maniera bonaria, per il semplice gusto di una burla della rigorosa durata massima di un solo giorno. Da sempre, dunque, si va dal semplice disegnino di un pesce abilmente attaccato sulla schiena del compagno di scuola, agli scherzi più articolati e inimmaginabili. Alcuni, come fra poco ascolterai in questo episodio del podcast “Fantasiosamente vero”, frutto di grande fantasia, preparazione complessa e lavoro di squadra. Altri semplicemente geniali perché giocati soprattutto sulla naturale predisposizione umana a credere in ciò che provoca reazioni emotivamente significative. Testo e voce: Bepi CostantinoMusica: Andrea ViolanteGrafica: Concetta LorenzoSuono: Claudio Romanazzi
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22:12
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Un cavillo per il mio regno
Le nazioni sono figlie della geografia e della storia. In tanti casi a dividere due popoli c’è una catena di monti, un fiume, un tratto di mare. Altre volte ci ha pensato l’uomo a erigere barriere e marcare confini. Per poi, all’occorrenza, metterli in discussione, scatenare guerre o formare alleanze e ridisegnare le frontiere marcando linee spesso invisibili ma sempre fondamentali: da un lato noi, dall’altro voi; di qui nostro, di là vostro; fin qui tuo, da lì in poi suo e così via.E’ così dalla notte dei tempi, dalle origini della storia, da quando abbiamo memoria. È così nella mitologia e nelle fiabe. È nel DNA delle nostre radici più antiche che a volte generano desideri atavici. C’è chi li lascia nella sfera dei sogni e chi invece li porta su un piano di realtà. O almeno ci prova. Come in questa storia che se fosse inventata sarebbe poco convincente, e invece è autentica. Per questo fa parte di “Fantasiosamente vero”, il podcast che parla di realtà che, in quanto tali, non hanno bisogno di essere plausibili.Testo e voce: Bepi CostantinoMusica: Andrea ViolanteGrafica: Concetta LorenzoSuono: Claudio Romanazzi
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21:55
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Generazione Z over 80
«Sono più di sessant’anni che faccio l’imprenditore. Faccio fatica a dirlo: è come ammettere di essere un alcolizzato o un avvocato. È una professione che non ho mai rispettato. Buona parte dell’imprenditoria è ostile alla natura, distrugge le culture autoctone, ruba ai poveri per dare ai ricchi e avvelena la terra con gli scarichi delle fabbriche. Ma l’imprenditoria può anche produrre cibo, curare malattie, controllare la crescita demografica, dare lavoro e in generale arricchire le nostre vite. E può farlo guadagnandoci e senza rinunciare alla propria anima. I miei valori sono il risultato di una vita vissuta nella natura e della mia passione per gli sport cosiddetti estremi».Ascolta questo episodio di FANTASIOSAMENTE VERO per scoprire chi è questo imprenditore ultraottantenne che ragiona come appartenesse alla generazione Z Testo e voce: Bepi CostantinoMusica: Andrea ViolanteGrafica: Concetta LorenzoSuono: Claudio Romanazzi
La realtà non ha bisogno di essere plausibile. Quando Jerry Siegel, nel 1933, scrisse la prima avventura di Superman, chiarì subito che il marmocchio spedito sulla Terra da un altro pianeta aveva super poteri. Da quel momento in poi nessuno si meravigliò vedendo nei fumetti il giovanotto col mantello rosso volare alla velocità della luce e sorreggere un aereo con le mani. Si chiama “sospensione dell’incredulità”: nelle opere di fantasia il lettore accetta come possibili, cose che non potrebbero mai accadere nella realtà. Fantasiosamente vero, al contrario, è una serie che racconta, documentandole, storie effettivamente accadute, stupefacenti senza ricorrere alla sospensione dell’incredulità: la realtà non ha bisogno di essere plausibile.Testo e voce: Bepi CostantinoMusica: Andrea ViolanteGrafica: Concetta LorenzoMontaggio: Claudio Romanazzi