Il podcast racconta le storie di personaggi visionari capaci di fare, di realizzare strategie, di convincere se stessi prima degli altri, di giocarsi la scena p...
Il podcast racconta le storie di personaggi visionari capaci di fare, di realizzare strategie, di convincere se stessi prima degli altri, di giocarsi la scena p...
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5 risultati 15
Miuccia Prada, la rivoluzionaria dello stile
Il quindicesimo podcast di Ritratti è dedicato a Miuccia Prada, una delle figure più influenti della moda di oggi. Insieme al marito, Patrizio Bertelli, ha trasformato l’azienda di famiglia di pelletteria di lusso in un impero di stile. Quotata alla borsa di Hong Kong nel 2011, Prada rimane sotto il controllo della famiglia sia dal punto di vista creativo che finanziario. Accreditata come l’inventrice dello stile ugly chic, è dagli anni Novanta che la designer lascia il suo segno nel mondo della moda. Rivoluzionaria d’antan, ha fatto dell’essere diversa la su bandiera. Il suo nome è citato nei film (Il Diavolo veste Prada) ed è stata la prima stilista in assoluto a finire sulla copertina del New York Times Magazine. Questa è la sua storia. Buon ascolto.
22/9/2023
8:56
Cesare Geronzi, il banchiere di Marino
Il quattordicesimo podcast di Ritratti è dedicato a Cesare Geronzi. Lo hanno definito il banchiere simbolo delle relazioni e dei salotti che hanno tenuto in equilibrio la grande finanza italiana per mezzo secolo. Di certo, è stato per decenni uno dei principali esponenti di quella finanza romana che spesso, per via dei suoi collegamenti con la Chiesa, è stata definita “cattolica”, in opposizione alla finanza delle grandi banche del nord Italia, a lungo soprannominata “finanza laica”. E’ difficile trovare qualcuno che non sia stato in relazioni con Geronzi: ambienti cattolici e sinistra, da Giulio Andreotti a Silvio Berlusconi, che lo elogiò in pubblico come l’“unico banchiere che non vota alle primarie” dell’Ulivo. Con il Cavaliere i rapporti sono stati sempre strettissimi. Al punto da avere un ruolo decisivo, si racconta, nel suggerire il nome di Mario Draghi per l’incarico di Governatore della Banca d’Italia al posto di Antonio Fazio, caduto in disgrazia anche agli occhi di Geronzi che pure ne era stato l’alleato più vicino in tante battaglie. Negli anni novanta Geronzi comincia a comprare una banca dopo l’altra. Nel frattempo, costruisce una fitta rete di relazioni: finanzia partiti, giornali, imprenditori, squadre di calcio. Da An alla Quercia, dagli amici del Manifesto a Forza Italia. Poi fonda Capitalia, una grossa holding per raggruppare tutte le sue banche, che diventa la versione romana della vecchia Mediobanca governata dal mitico Enrico Cuccia. Nel 2007 ne diventerà presidente ma non saranno anni tranquilli, nemmeno quando passerà al vertice delle Generali. Di sé stesso una volta Geronzi ha detto: Grandi demeriti, in verità, non me li riconosco». Questa è la sua storia.Buon ascolto.www.laverita.info
15/9/2023
11:21
La signora delle rotative
Il tredicesimo podcast di Ritratti è dedicato a Teresa Novarese Cerutti. Nell’agosto del 1973, dopo la morte improvvisa del marito Luigi Cerutti prende la presidenza della O.M.G. Cerutti S.p.A. Dell'azienda, dei mercati, del business delle rotative industriali aveva sempre solo sentito parlare in famiglia, a cena magari, dagli uomini di casa. Eppure si mette a imparare il mestiere. Con tenacia e coraggio. Riesce a cogliere i cambiamenti in atto sul mercato e si muove di conseguenza. Intuisce che il mercato americano si sta spostando sempre più verso le rotocalco con piegatrici variabili nella stampa dei periodici e dei cataloghi, e spinge l’azienda in questa direzione. Nel gennaio 1981 rileva le quote di proprietà del cognato e affida al figlio Giancarlo il ruolo di amministratore delegato. La guida congiunta di madre e figlio consente all’azienda di diventare una vera e propria multinazionale, con cuore e cervello a Casale Monferrato e Vercelli, siti produttivi in Italia, USA, Spagna, Asia, e un centro avanzato di ricerca tecnologica in India. L’azienda si afferma anche nel settore della stampa dei quotidiani, con la produzione di rotative flessografiche in grado di stampare i giornali con pagine a colori. E’ una lunga cavalcata industriale che fa diventare Teresa una delle prime capitane d’azienda metalmeccanica in Italia e porterà a una vera rivoluzione nel mercato editoriale. Una stagione esaltante: dalle officine casalesi escono macchine su misura per clienti di tutto il mondo che ne riconoscevano l’affidabilità, considerate le Rolls Royce della stampa. Teresa muore a 89 anni nella sua casa di Casale Monferrato il 28 ottobre 2009. Dopo aver praticato per decenni lo slogan «pensa globale e agisci locale». Questa è la sua storia. Buon ascolto.
8/9/2023
9:44
Giorgio Armani, storia di un re
Il dodicesimo podcast di Ritratti è dedicato a Giorgio Armani, re Giorgio come ormai viene definito da anni sulle pagine dei giornali e delle riviste patinate. Il re della moda. Negli anni Settanta ha rivoluzionato il modo di vestire di uomini e donne, in parte vestendoli gli uni come gli altri. Negli anni Ottanta ha ridefinito il look di Hollywood con un fascino più sottile, e negli anni Novanta ha costruito un impero vendendo jeans e abiti eleganti. Prima di Giorgio Armani, non c’era un’industria di moda italiana. C’era un’industria di fabbriche italiane. Poi è arrivato il re. Per il quale la bellezza è tale quando è essenziale, perché diventa senza tempo. L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare. Il successo di Giorgio Armani diventa globale anche grazie alla fortunata collaborazione con il cinema, una delle sue più grandi passioni.A Hollywood si fanno carte false per ottenere costumi firmati dal re della moda, e nel 1980 ci riesce il regista Paul Schrader. Che gira una scena di American Gigolò, destinata a fare la storia: Richard Gere passa in rassegna giacche, camicie e cravatte Armani assemblandole con maniacale perfezione, a ritmo di musica. Il guardaroba è tutto firmato Armani, e Giorgio diventa una leggenda . La consacrazione definitiva arriva nel 1982, quando Time gli dedica l’ambita copertina con il titolo “Giorgio’s Gorgeous style”, lo stile magnifico di Giorgio. Questa è la sua storia. Buon ascolto.
1/9/2023
12:13
Oscar Sinigaglia, il mercante d’acciaio
L’undicesimo podcast di Ritratti è dedicato a Oscar Sinigaglia, il mercante d’acciaio è stato presidente dell’Ilva e della Finsider, la finanziaria che coordinava le attività siderurgiche dell’Iri. Carica che gli consente di presentare un piano di rilancio dell’acciaio che contribuisce al boom economico degli anni 50. Ricoprirà questo incarico fino alla morte, avvenuta a Roma il 30 giugno del 1953. Proprio nello stesso anno in cui viene nominato cavaliere del lavoro da Luigi Einaudi.Viene ricordato soprattutto per il piano che riporta il suo nome e che mira a rovesciare la condizione di svantaggio in cui si trova all’epoca il nostro Paese, privo di materie prime, sfruttando la localizzazione costiera degli impianti e importando minerali dai Paesi extraeuropei che potevano fornirli a prezzi competitivi. Per farlo, serve la ricostruzione dei soli impianti avanzati e la specializzazione degli impianti minori. Ma anche la concentrazione della produzione di ghisa, acciaio e laminati in un numero limitato di stabilimenti a ciclo integrale situati in località costiere.Sinigaglia punta su lavorazioni di grandi volumi, e quindi grandi stabilimenti, gli unici che potevano garantire costi bassi, specie se collocati sulla costa, dove potevano agevolmente ricevere via mare il minerale di ferro e spedire l’acciaio in ogni parte del mondo. E’ così che l’ingegnere romano prevede di giungere a una produzione nazionale di 3 milioni di tonnellate annue nel 1952. L’obiettivo viene centrato con successo. L’Italia superò largamente i 5 milioni nel 1955, passando dall’undicesimo all’ottavo posto nel mondo. Questa è la storia di Oscar Sinigaglia. Buon ascolto.Colonne sonore: The City of Prague Philharmonic Orchestra - Iron Man (2008 Version); Ennio Morricone - The Mission.www.laverita.info
Il podcast racconta le storie di personaggi visionari capaci di fare, di realizzare strategie, di convincere se stessi prima degli altri, di giocarsi la scena per un’idea, di preoccuparsi del dopo e non del prima. Imprenditori, manager, banchieri. Italiani e italiane che, impiegando capitali propri o gestendo capitali pubblici, con metodi, risultati e principi diversi, hanno costruito nei quasi 80 anni della Repubblica un sistema industriale, che pur tra alti e bassi ha collocato l’Italia tra i dieci Paesi più ricchi del mondo. Perché se l’economia è il motore della storia, l’uomo è il motore di entrambe. Camilla Conti, nata a Firenze il 5 luglio del 1973. Vive a Milano dal 2001. Ha iniziato come cronista al Giornale della Toscana poi si è appassionata di economia e finanza. Redattrice per Finanza&Mercati, Borsa&Finanza e Libero Mercato. Quando è nata Matilde è diventata freelance collaborando con Espresso, Il Foglio, Huffington Post, Il Fatto Quotidiano, Avvenire, Messaggero e GQ. Dal luglio 2015 a gennaio 2020 e’ stata redattore di economia e finanza e vicecaposervizio a Il Giornale. Da gennaio 2020 scrive per La Verità e Panorama.